Così Ursula von der Leyen ha declassato la disabilità: un pericoloso passo indietro per i diritti sociali e l’uguaglianza

La recente riorganizzazione della Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, ha sollevato non poche polemiche per quanto riguarda l’assegnazione dei portafogli legati ai diritti sociali, in particolare quelli relativi alla disabilità e all’uguaglianza di genere. Il cambiamento della struttura e delle deleghe ha fatto sorgere forti preoccupazioni tra le organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità e i diritti delle donne. Il Forum Europeo sulla Disabilità (EDF) e la Lobby Europea delle Donne (EWL) hanno espresso la loro delusione e indignazione di fronte a quello che appare come un declassamento dell’uguaglianza a tema secondario, con la disabilità relegata in secondo piano all’interno di un portafoglio che si occupa prioritariamente di gestione delle crisi.

Il nuovo assetto della Commissione: la delega alla disabilità e all’uguaglianzaNell’intento di affrontare le sfide globali come la gestione delle crisi e la resilienza, Ursula von der Leyen ha assegnato a Hadja Lahbib, ex ministra belga degli affari esteri, il ruolo di Commissaria per la preparazione e la gestione delle crisi. Questo nuovo portafoglio, oltre a occuparsi di protezione civile e aiuti umanitari, include anche la responsabilità della piena attuazione della Strategia per i diritti delle persone con disabilità, come specificato nella lettera inviata a Lahbib.

Tuttavia, sebbene questa strategia sia stata menzionata nella comunicazione interna, manca completamente un riferimento all’uguaglianza nel comunicato stampa ufficiale. La questione diventa ancora più delicata se si considera che, nel corso dell’ultimo mandato, l’uguaglianza aveva un ruolo di spicco grazie alla figura di un Commissario dedicato, Nicolas Schmit, che si occupava di occupazione, affari sociali e integrazione. Questo portafoglio, fondamentale per le politiche sociali europee, è stato ora eliminato, sollevando dubbi sulle priorità della Commissione.

Roxana Mînzatu, una dei sei vice-presidenti esecutivi, avrà invece la supervisione di People, Skills and Preparedness, con l’obiettivo di monitorare l’attuazione dei venti principi del pilastro europeo dei diritti sociali, adottati nel 2017 per garantire un quadro di riferimento nelle politiche occupazionali e sociali degli Stati membri. Tuttavia, la mancanza di un Commissario specifico per l’uguaglianza rimane una questione centrale.

Ursula Von der Leyen

La reazione del Forum Europeo sulla Disabilità

Le reazioni a questi cambiamenti non si sono fatte attendere. Yannis Vardakastanis, presidente dell’EDF, ha espresso profonda indignazione per il declassamento dei diritti delle persone con disabilità, definendolo «un vero e proprio schiaffo in faccia per milioni di persone». Vardakastanis teme che questa scelta metta in pericolo tutti i progressi ottenuti finora, con il rischio di vedere retrocessi i diritti di milioni di cittadini europei con disabilità.

La sua preoccupazione si concentra soprattutto sul fatto che la delega alla disabilità è stata “annacquata” all’interno di un portafoglio che si occupa principalmente di gestione delle crisi, e che questo potrebbe far passare in secondo piano l’urgenza di garantire l’autonomia, la partecipazione e i diritti fondamentali delle persone con disabilità. La richiesta dell’EDF è chiara: il Parlamento Europeo deve intervenire per ripristinare la figura di un Commissario per l’Uguaglianza con un portafoglio autonomo, capace di promuovere e difendere i diritti sociali in modo efficace e mirato.

Il rischio di un passo indietro per i diritti delle donne

L’EWL, la Lobby Europea delle Donne, ha espresso una posizione altrettanto critica. In una nota pubblica, l’organizzazione ha dichiarato che considera “inaccettabile” il modo in cui la questione dell’uguaglianza è stata trattata nella nuova Commissione. Secondo l’EWL, affidare la responsabilità dell’uguaglianza a un portafoglio già sovraccarico come quello di Hadja Lahbib rappresenta un pericoloso precedente, che rischia di far regredire i diritti conquistati con fatica in materia di genere e di diritti delle donne in tutta l’Unione Europea.

«Come possiamo aspettarci progressi reali e duraturi in materia di uguaglianza – aggiungono dall’EWL – se questa viene considerata solo come “un’altra riga” all’interno di un lungo elenco di priorità per un Commissario già oberato da altre questioni urgenti?». Il rischio, secondo la Lobby Europea delle Donne, è che l’uguaglianza venga sacrificata in nome di altre emergenze percepite come più prioritarie, vanificando decenni di battaglie per la parità di genere.

Il contesto storico dei diritti sociali in Europa

Il dibattito attuale sulla composizione della Commissione Europea si inserisce in un contesto più ampio, quello della Strategia Europea per i Diritti Sociali. Questo piano d’azione, adottato nel 2021, mirava a rafforzare la coesione sociale e garantire l’uguaglianza di opportunità per tutti i cittadini europei, con un’attenzione particolare alle persone più vulnerabili, comprese quelle con disabilità e le donne. Il pilastro dei diritti sociali, con i suoi venti principi fondamentali, era nato per garantire che le politiche occupazionali e sociali degli Stati membri tenessero conto delle priorità sociali, integrandole in tutte le politiche europee.

Tuttavia, con la recente eliminazione della delega specifica all’occupazione e agli affari sociali, emergono forti dubbi sulla reale capacità dell’Unione Europea di continuare a promuovere un modello sociale inclusivo. La rimozione di un portafoglio interamente dedicato ai diritti sociali solleva il timore che le questioni legate all’inclusione e all’integrazione possano essere diluite all’interno di altre priorità politiche, perdendo visibilità e risorse.

Le conseguenze del declassamento dell’uguaglianza

L’effetto più immediato del declassamento dell’uguaglianza potrebbe essere la riduzione degli investimenti in programmi e iniziative che mirano a promuovere l’inclusione sociale. Se i diritti delle persone con disabilità e l’uguaglianza di genere non vengono considerati come priorità autonome, c’è il rischio che vengano destinati meno fondi e meno attenzione politica a queste tematiche.

La mancanza di una leadership forte e dedicata in queste aree potrebbe anche rallentare l’attuazione di leggi e regolamenti necessari per garantire la piena integrazione delle persone con disabilità nel mercato del lavoro e nella società. Per esempio, senza un Commissario specifico per l’uguaglianza, le iniziative per promuovere l’accessibilità dei servizi pubblici e delle infrastrutture potrebbero essere posticipate o ridimensionate, lasciando milioni di persone senza le risorse necessarie per vivere una vita autonoma e indipendente.

La necessità di una risposta politica

Di fronte a queste preoccupazioni, la richiesta dell’EDF e dell’EWL è univoca: il Parlamento Europeo deve agire per garantire che l’uguaglianza non venga declassata a una questione secondaria. Ripristinare un Commissario per l’Uguaglianza, con un portafoglio autonomo e risorse adeguate, è visto come l’unico modo per evitare che i progressi fatti finora vengano vanificati.

In un momento storico in cui l’Europa affronta sfide globali come la crisi climatica, la migrazione e la ripresa economica post-pandemia, è essenziale non perdere di vista i diritti fondamentali dei suoi cittadini più vulnerabili. La disabilità e l’uguaglianza di genere non possono essere sacrificate in nome di altre priorità; al contrario, devono essere integrate in tutte le politiche europee come elementi fondamentali per costruire una società più giusta e inclusiva.

Infine, la riorganizzazione della Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen ha sollevato serie preoccupazioni tra le organizzazioni che difendono i diritti delle persone con disabilità e delle donne. Il declassamento dell’uguaglianza a un tema secondario all’interno di un portafoglio sovraccarico di responsabilità è visto come un passo indietro per i diritti sociali in Europa. L’EDF e l’EWL chiedono un intervento urgente del Parlamento Europeo per ripristinare la figura di un Commissario per l’Uguaglianza, con l’obiettivo di garantire che i progressi fatti finora non vengano vanificati. In un’Europa che si propone di essere inclusiva e attenta ai bisogni dei suoi cittadini, l’uguaglianza deve rimanere una priorità assoluta.

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