Il progetto «Suoni senza barriere» della Fondazione Teatro San Carlo promuove l’inclusione di giovani con disabilità fisiche, cognitive e sensoriali attraverso 30 incontri musicali. Offre attività accessibili, valorizza le differenze e favorisce benessere personale e sociale
La Fondazione Teatro di San Carlo ha lanciato un’iniziativa unica nel panorama delle fondazioni lirico-sinfoniche: «Suoni senza barriere», un progetto dedicato all’integrazione e all’inclusione di persone con disabilità fisiche, cognitive e sensoriali, di età compresa tra i 16 e i 40 anni. Questa proposta mira a creare un ambiente musicale accessibile, favorendo il benessere e la partecipazione attraverso attività artistiche e sociali.
Gli obiettivi e il percorso del progetto
Il programma si articola in 30 incontri settimanali di due ore ciascuno, da ottobre 2024 a maggio 2025, organizzati presso il MeMus, il museo del Teatro San Carlo, e altre sale come il Salone degli Specchi. Le attività includono diverse modalità di espressione e sperimentazione musicale, tra cui:
- Esplorazione sonora e ritmica
- Canto e coralità
- Improvvisazione musicale
- Improvvisazione guidata
- Composizione interattiva
Il progetto coinvolge un team di professionisti del teatro affiancati da psicologi cognitivi e musicoterapisti, per garantire un approccio multidisciplinare che risponda alle esigenze dei partecipanti. L’obiettivo è valorizzare ogni individuo e creare un percorso armonico in cui le differenze siano esaltate come risorsa, piuttosto che percepite come ostacoli.
Un modello di inclusione e accessibilità
Il progetto si inserisce nel più ampio impegno del Teatro San Carlo per l’accessibilità culturale. Dal 2020, il MeMus ha adottato soluzioni per rendere le sue attività fruibili da persone con disabilità visive e uditive, con l’installazione di pannelli in Braille e strumenti digitali come audioguide e supporti audiovisivi. «Suoni senza barriere» rappresenta un passo ulteriore verso un’arte che non conosca confini.
Secondo la direttrice generale Emmanuela Spedaliere, ideatrice del progetto, «le diverse disabilità non sono viste come limiti, ma come unicità da valorizzare in un percorso collettivo». Inoltre, il progetto ha ricevuto il sostegno della Fondazione Giovan Battista Baroni, che da oltre 70 anni opera per l’inclusione delle persone con disabilità, e della Città Metropolitana di Napoli, che ha finanziato alcune attività attraverso il “Progetto Città Metropolitana della Musica”.
Benefici per i partecipanti
La musica viene utilizzata come strumento per favorire il benessere personale e sociale, migliorare le capacità cognitive e motorie, e sviluppare competenze utili nella vita quotidiana. Le attività sono progettate per essere accessibili a tutti, grazie anche all’uso di strumenti adattati. I benefici attesi includono:
- Miglioramento della memoria e dell’attenzione
- Sviluppo della coordinazione motoria
- Potenziamento delle capacità relazionali e del lavoro di gruppo
- Promozione dell’autonomia e del benessere emotivo
Dettagli logistici e partecipazione
L’iscrizione prevede un contributo di 90 euro, rateizzabile in due tranche da 45 euro. Tuttavia, sono previste esenzioni per i partecipanti con ISEE pari o inferiore a 20.000 euro. Per garantire la massima fruizione delle attività, chi necessita di assistenza specifica potrà essere accompagnato da un familiare o un assistente personale. La selezione dei partecipanti è avvenuta sulla base di una disabilità riconosciuta ai sensi della legge 104/1992. La domanda di partecipazione è stata raccolta tramite il sito ufficiale del Teatro San Carlo, con termine fissato al 20 ottobre 2024.
Un progetto da osservare
«Suoni senza barriere» non si limita a offrire un’esperienza ai partecipanti, ma mira a produrre risultati tangibili da condividere con il pubblico. Sono infatti previsti eventi finali che potrebbero includere concerti o altre forme di restituzione artistica. Questo progetto pilota potrebbe diventare un modello per altre istituzioni culturali, dimostrando come la musica possa unire e abbattere barriere sociali.Con questa iniziativa, il Teatro di San Carlo riafferma il suo ruolo non solo come tempio della cultura, ma anche come laboratorio di innovazione sociale, dove l’arte si pone al servizio della comunità per costruire un futuro più inclusivo.
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