Enrico Boaretto è il fondatore della onlus Easy action Asd, che sta provando a rendere la navigazione un’esperienza alla portata di tutte le tasche e adattata alle esigenze di chi ha una disabilità. “Le difficoltà sono le stesse della vita quotidiana, moltiplicate per dieci”
Un’uscita in barca: esperienza bella e stimolante. Per le persone disabili, addirittura una sfida doppia. Non sono pochi, infatti, i problemi a cui far fronte quando si decide di vivere una giornata di svago o di sport su uno specchio d’acqua (mare o lago, nulla cambia). Perché se è vero che le Paralimpiadi sono diventate ormai una manifestazione di grande successo, che ha divulgato la pratica sportiva tra le persone disabili, per svolgere alcune discipline nella vita di tutti i giorni i passi in avanti da fare sono ancora moltissimi. In Italia, per esempio, un disabile che volesse noleggiare una barca per le proprie vacanze non ha la possibilità di farlo. Non esiste una sola agenzia di charter che abbia nel proprio parco barche un’imbarcazione accessibile, vale a dire adattata alle esigenze di chi ha una disabilità. Ovviamente più facile è la situazione per chi non ha problemi economici. In tutti gli altri casi, le difficoltà sono tante. E il turismo nautico accessibile rimane nel nostro Paese un fenomeno di nicchia.
“Le difficoltà sono le stesse della vita quotidiana, moltiplicate per dieci – afferma Enrico Boaretto, imprenditore con disabilità e fondatore della onlus Easy action Asd, per la pratica della navigazione a vela –. Innanzitutto la mobilità: l’accessibilità per fruire di un’imbarcazione, coinvolge anche l’arrivo in banchina. Le marine, i porti e le aree attrezzate per le scuole vela non sono preparate per la fruibilità da parte di chi ha problemi motori o sensoriali. Se si riesce a superare la fase di imbarco/sbarco, i problemi si trasferiscono a bordo. Ma c’è da fare un distinguo. Nelle grandi navi, yacht a motore, barche lussuose da crociera o espressamente adattate da un armatore facoltoso, i problemi sono minimi. Altra cosa sono le barche a vela. Conosco soltanto un operatore greco che dispone di un’imbarcazione a vela, attorno ai 45 piedi, discretamente accessibile, vivibile e piacevolmente godibile da un disabile fisico in sedia a ruote, anche per crociere di lunga durata in mare aperto. Poi abbiamo l’ottimo esempio della cooperativa Arché di Riva del Garda, che con il suo Queentime 41 perfettamente accessibile organizza gite giornaliere sul Lago di Garda. Quanto alla vela sportiva, ci sono barche di ridotte dimensioni per uscite sportive di qualche ora o per regata agonistica. Noi stessi, in collaborazione con Lo spirito di Stella promuoviamo la vela per tutti sull’intero territorio nazionale, utilizzando le australiane Hansa 303”.
E nel campo delle strutture? “I casi sporadici di qualche marina privata che dedica alcuni posti barca per gli utenti disabili ci sono un po’ ovunque – continua Boaretto –. L ’associazione Duino 45 Nord continua a fare tanto. Partecipo da anni a un progetto della Lega navale italiana, “Mare per tutti”, che mira a realizzare almeno un polo nautico accessibile per regione”. In proposito, aggiunge: “Quando per la prima volta mi sono rivolto alla Lega navale di Trieste per un supporto alla vela per tutti, qualcuno mi ha detto testualmente: “Ma io tutti questi disabili che vanno a vela non li vedo”. Però da quando siamo presenti, con tre barche, istruttori, attrezzature, mezzi adatti allo scopo, a Trieste sono venuti da tutta Italia oltre 50 corsisti disabili. La domanda inespressa è alta e può diventare una nicchia di mercato, ma con un servizio qualificato e al giusto prezzo”.
(redattoresociale.it)