Il progetto pilota “sollievo a domicilio” supporta i caregiver di persone con disabilità e non autosufficienti, coinvolgendo varie istituzioni e finanziato con fondi pubblici. Offre assistenza qualificata e gratuita per chi ha un ISEE basso, tramite piattaforma di Jointly e personale di Umana
Il progetto pilota “Sollievo a domicilio” è un’iniziativa innovativa che coinvolge l’Unione dei Comuni delle Terre d’Argine, il Distretto Sanitario di Carpi, la Cooperativa Sociale “Anziani e non solo”, la società Jointly – prima B Corp italiana nel corporate wellbeing – e l’agenzia per il lavoro Umana. L’obiettivo principale del progetto è offrire supporto ai familiari di persone con disabilità e non autosufficienti attraverso l’assistenza di operatori specializzati, alleviando il carico di cura che grava sui caregiver.
Finanziato con fondi pubblici, il progetto consente ai caregiver di acquistare pacchetti di ore di supporto. Coloro che hanno un ISEE fino a 10.000 euro o sono esenti perché riconosciuti disabili possono accedere al servizio gratuitamente. Per chi supera questa soglia, il costo è comunque agevolato e inferiore a quello di mercato, grazie al contributo pubblico che copre le spese di coordinamento, monitoraggio, analisi e profilazione dei bisogni, gestite dalla Cooperativa Sociale “Anziani e non solo”.
Le ore di assistenza sono acquistabili tramite una piattaforma informatica fornita da Jointly, che emette un “titolo servizio”. Il personale sociosanitario, altamente qualificato, è fornito da Umana. Questo sistema offre un doppio vantaggio: supporta i caregiver e crea opportunità di lavoro. Per tutti gli utenti del servizio è previsto un mese di prova gratuito per verificarne l’effettiva aderenza ai bisogni.
Il progetto prende vita grazie a una convenzione denominata “Boccata d’aria”, stipulata tra l’AUSL-Distretto Sanitario di Carpi, i Servizi Sociali dell’Unione delle Terre d’Argine e la Cooperativa Sociale “Anziani e non solo”. Licia Boccaletti, Presidente della Cooperativa Sociale “Anziani e non solo”, spiega che l’obiettivo è permettere ai caregiver di recuperare tempo per i propri obiettivi di vita, garantendo al contempo continuità assistenziale ai loro cari a domicilio.
Luigi Polesel, responsabile dell’area specialistica servizi alla persona di Umana SPA, sottolinea l’importanza di proporre personale adeguatamente formato e capace di svolgere la funzione di sollievo, fondamentale per il benessere del caregiver. Il servizio prevede la sostituzione del caregiver per quattro ore settimanali, fino a un massimo di sei mesi, con la possibilità di estendere il sollievo a un intero weekend dopo una fase iniziale di reciproca conoscenza.
L’attivazione del servizio è preceduta da un’analisi del profilo assistenziale domiciliare, effettuata attraverso un colloquio con un assistente sociale dedicato. Gli interventi sono costantemente monitorati per garantire la soddisfazione degli utenti. I caregiver interessati possono rivolgersi ai servizi sociali dell’Unione delle Terre d’Argine, che attiveranno il percorso in base al carico di cura e al livello di stress.
Francesca Rizzi, amministratore delegato di Jointly, esprime orgoglio per l’avvio di questo progetto, auspicando che sia replicato in molti comuni italiani. Rizzi sottolinea l’importanza di sostenere chi si prende cura dei propri familiari, soprattutto in un paese dove l’aspettativa di vita si sta allungando e dove quasi un cittadino su quattro ha più di 65 anni, secondo i dati ISTAT.Il servizio di assistenza ai caregiver tramite personale specializzato è offerto anche ai lavoratori di alcune aziende in sette grandi città del centro-nord.
Questo progetto è riservato ai lavoratori delle aziende che adottano il programma specifico “Jointly care”, dimostrando che tali iniziative possono avere successo anche nel mondo aziendale.In Italia, ci sono oltre 7 milioni di caregiver. Di questi, più di un lavoratore su tre si occupa di un familiare non autosufficiente, spesso senza alcun supporto esterno, mentre solo il 33% si rivolge a strutture o professionisti privati, e appena il 25% accede a strutture pubbliche.
Lo studio “Care 4 Caregiver”, condotto da Jointly e Boston Consulting Group, rivela che il servizio pubblico più utilizzato è l’indennità della legge 104, mentre molti cittadini accedono alle cure ospedaliere e domiciliari come privati, sostenendo costi logistici ed economici. Occuparsi di un familiare comporta anche costi significativi. Il 17% dei caregiver spende oltre 10.000 euro all’anno per l’assistenza, spesso attingendo a risorse personali o familiari. Oltre ai costi monetari, il 30% dei caregiver dedica almeno 14 ore settimanali alla cura, un impegno percepito come pesante. Le principali difficoltà segnalate sono il carico mentale e la mancanza di tempo, con il 56% c
he desidera staccare dal lavoro di cura e il 44% che sente il bisogno di supporto psicologico.Questi impegni possono avere ripercussioni anche sull’attività lavorativa. Lo studio rivela che il 38% dei caregiver lavoratori non segnala la propria situazione per timore di ripercussioni sulla propria posizione lavorativa, mentre il 23% non si sente compreso dal datore di lavoro. Tuttavia, il 28% ha potuto contare sul supporto del proprio responsabile.Il progetto “Sollievo a domicilio” rappresenta un importante passo avanti nel supporto ai caregiver in Italia, offrendo un modello innovativo che potrebbe essere esteso a tutto il territorio nazionale, migliorando la qualità della vita dei caregiver e delle persone a loro care.
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