Per il diritto allo studio dei loro figli, i genitori di alunni disabili si uniscono in azioni collettive e si ritrovano sui social networkSettembre, tempo di tornare sui banchi. Ma per molte famiglie questo rientro non ha la serenità che dovrebbe: parliamo dei casi, purtroppo sempre più numerosi, in cui agli alunni disabili vengono assegnate insufficienti ore di sostegno, a fronte invece di una loro necessità certificata.
Insomma, spesso non basta la certificazione di gravità della disabilità, non basta avere dalla propria parte la legge (la norma prevede che l’organico di sostegno sia assegnato alla scuola in ragione mediamente di un posto ogni due alunni disabili – vedi circolare ministeriale n. 61/12 -, inoltre la Corte Costituzionale, con la Sentenza n. 80/10, ha sancito il dovere di assegnare ore in deroga nei casi di gravità). Questa situazione ha aperto la strada a una serie di ricorsi che le famiglie hanno e stanno presentando ai tribunali amministrativi, incassando finora sempre vittorie. Tra le più recenti, quella della LEDHA (Lega per i diritti delle persone con handicap) di Milano sul ricorso collettivo per discriminazione.
Per far fronte a questa situazione, l’orientamento delle famiglie è, quindi, sempre più spesso quello di unire le proprie forze, confrontandosi ed eventualmente agendo in maniera collettiva. In questo, divengono utili tutti gli strumenti che la rete offre, come i Social Network. E’ proprio su Facebook, ad esempio, che è stata lanciata unainiziativa, gestita in primis da due mamme, che hanno creato un “evento” rivolto a tutti i genitori che si trovino in questa situazione, per sostenersi, per aiutarsi e per informare. L’intento del gruppo è quello innanzitutto di fare squadra: capire quanti si trovano nella situazione di dover agire per vie legali per far rispettare il diritto dei loro figli, ed eventualmente dare vita ad un ricorso collettivo nazionaleo, se non possibile, molteplici, di tipo regionale e locale, anche per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo problema.Così una delle due mamme promotrici: “l’obiettivo è essere insieme per far presente al MIUR che l’integrazione scolastica è un diritto innegabile e che i nostri figli hanno il diritto di imparare come gli altri bambini: devono avere le loro stesse possibilità e soprattutto bisogna attuare tutte le strategie didattico ed educative per promuovere l’inclusione scolastica e sociale, cosa che non può avvenire se le ore si sostegno e educative vengono tolte”. In questo caso i social network si rivelano uno strumento utile, che consente di dire ai genitori: non siamo soli.
(disabili.com)
di Giovanni Cupidi