È da diverso tempo che pensavo di scrivere qualcosa sul paese in cui abito. Dico abito e non vivo perché Misilmeri non è un paese vivibile da una persona affetta da una qualsivoglia disabilità o anche soltanto da una difficoltà momentanea che le impedisca la seppur minima attività normale o se volete civile.
Stamani dovevo recarmi, cosa che in effetti ho fatto, in Comune in piazza Comitato per delle esigenze personali. Ciò che una persona con necessità speciali deve affrontare per compiere una attività che ovunque nel mondo cosiddetto civile è di una semplicità estrema diventa in questo paese incredibilmente desolatamente avventurosa e pericolosa . Nello specifico non esiste una viabilità stradale che permetta di affrontare un tragitto seppur minimo “a piedi” in sicurezza (marciapiedi inadatti e laddove accessibili ostruiti da ostacoli). Anzi ci si trova a doversi avventurare lungo il manto stradale ritrovandosi, oltre al transito delle auto in movimento, a dover evitare auto in doppia fila o posteggiate lungo la strada in maniera straordinariamente fantasiosa. A tutto ciò duole dover aggiungere le dimostranze anche con una discreta cafonaggine e maleducazione di talune persone che si sentono infastidite o rallentate da quel andare in strada magari con l’uso di una sedia a rotelle.
Finalmente arrivati tra mille peripezie a destinazione ci si scontra con il monumento inaccessibile per antonomasia, il Comune di Misilmeri. Per una persona con disabilità equivale a Fort Knox. Luogo totalmente inaccessibile a parte una piccola stanzetta (quella dell’usciere) nella quale ad esempio, sono stato ricevuto oggi. Non esiste un ascensore, men che meno accessibile, per raggiungere i piani alti e neanche un vano a pianoterra adibito a ricevimento magari nell’attesa (vana?) dell’abbattimento delle barriere architettoniche.
Ovviamente non si scopre tutto ciò oggi, come credo e spero che ogni cittadino misilmerese sappia bene di cosa si sta parlando. Niente che riguardi le Istituzioni in questo invivibile paese è accessibile. Non lo è il Comune, come non lo è l’ufficio dei Servizi Sociali o ancora l’ASL solo per citarne alcuni. Il paradosso!
Bisogna chiedersi: è stato mai redatto un monitoraggio sulle barriere architettoniche e un conseguente piano per il loro abbattimento? Chi ne ha avuto e ne ha la responsabilità politica e amministrativa come pensa di affrontare queste tematiche? Nessuna retorica e nessuna polemica ma mi sembra che siano esigenze non più procrastinabili.
Ma, infine, credo che il vero dramma che affligge questo paese siano le barriere mentali collettive che hanno impedito di sviluppare politiche e senso civico capaci di affrontare le varie esigenze e il cambiamento del nostro modo di pensare e agire nei confronti dei soggetti socialmente più deboli.
Questo è un paese disabile, per l’appunto!