Quando andare al supermercato diventa un incubo
Portare i figli piccoli al supermercato è un terno al lotto: pochi hanno la pazienza di aspettare che il genitore abbia completato, spesso si lamentano, tendono a prendere cose a caso dagli scaffali o a tentare di consumare sul posto la merendina appena sfilata dal carrello della mamma.
Capita a tutti, bimbi normotipici e con disabilità.
A volte, però, tenere a freno bimbi iperattivi o con problematiche anche più serie e invalidanti è più complicato.
Allora una famiglia che ha un figlio con difficoltà di questo genere come si organizza? Al supermercato entra un solo genitore mentre l’altro distrae il piccolo?
E se sei da solo, entri e sfidi la sorte con l’ansia che vada tutto bene almeno fino a pagamento avvenuto?
IL CONSIGLIO
Giulia Tizzoni, terapista presso l’associazione Nasininsù, racconta di una ragazzina di 13 anni che non poteva andare al supermercato perché prendeva e mangiava qualunque cosa, soprattutto arrivati in cassa dove ci sono gli snack.
“Dopo vari tentativi – spiega – abbiamo capito che avrebbe potuto funzionare il percorso inverso. Così appena entrati al supermercato andavamo direttamente in cassa per farle scegliere qualcosa e farglielo consumare durante tutto il tempo della spesa. Gradualmente le abbiamo poi dato il compito di trasportare il carrello; in questo modo aveva le mani impegnate e quindi non prendeva roba dagli scaffali. Risultato grandioso.”
E voi avete esperienze da raccontare che possano aiutare genitori in difficoltà a vivere con maggiore serenità esperienze quotidiane come fare la spesa, condividendole con i propri figli?
Se sì, scriveteci e potremo dar voce al vostro consiglio.