L’esperienza di Neon teatro
Il più delle volte il concetto di disabilità è associato a quello di assistenza (o, peggio, di assistenzialismo).
Il termine “abilità” sembra stridere ontologicamente, per natura, con quello (a torto definito “opposto”) di “disabilità”.
Tutta colpa del prefisso “dis” che, come una cappa di acciaio, ingabbia e soffoca l’abilità che nella parola è comunque compresa.
Se la cosa non fosse già di per sé grave, all’universo dei dis-abili ancora troppo spesso si avvinghia come un vampiro anche il dis-interesse generale, tanto che nelle menti dis-tratte il problema-disabilità finisce facilmente nella dis-carica dei pensieri ingombranti.
Quanto danno può creare un prefisso, forse perché “pre” è anche in “pre-giudizio”. In fondo, tutto torna.
Ogni persona ha dentro una bellezza che non sempre viene coltivata ed espressa.
Non sempre, infatti, è facile trovare il proprio canale di comunicazione per esprimere la “specialità” che è in ciascuno di noi.
Probabilmente ancora più complicato diventa per le persone con disabilità, perché la società, condizionata dalla dis-informazione a riguardo, ha costruito ancora troppi pochi spazi di espressione per chi ha delle oggettive difficoltà di base.
IL CONSIGLIO
L’Associazione culturale Neon, fondata da Piero Ristagno e Monica Felloni nel 1989, da più di trent’anni ha fatto della collaborazione tra persone normodotate e con disabilità il proprio manifesto.
“Tutti i nostri spettacoli hanno come motivazione e obiettivo la comunicazione – spiega Piero Ristagno – I nostri attori, con la guida attenta della regista Monica Felloni, hanno la possibilità di esprimere sul palco il proprio modo di essere. Il teatro non è però l’unica via percorribile. È importante che ciascuno individui la forma espressiva, anche artistica, che si conforma maggiormente alle sue corde.”
Gli chiediamo di riportarci qualche esempio a riguardo e quindi aggiunge: “Angela Longo, pur essendo tetraplegica, s’è inventata un sistema di scrittura che le consente di comunicare attivamente sui social: scrive col naso. Danilo Ferrari, anche lui affetto da tetraplegia spastica, comunica con gli occhi. Accanto a lui la sua ex insegnante di sostegno, Mariastella Accolla, che trasforma in parole tutto ciò che lui, attraverso un sistema codificato ideato da loro, le comunica.
Danilo, trovato il proprio sistema di comunicazione, è riuscito a laurearsi e oggi è scrittore, giornalista e attore per la compagnia Neon. Altra perla di Neon è Alfina Fresta che, senza farsi abbattere dalla disabilità, ha combattuto per realizzare il proprio sogno artistico. Anche lei fa parte della compagnia di Neon teatro ed è anche una cantante lirica molto apprezzata.”
In conclusione afferma: “Il mio consiglio per le famiglie che hanno al proprio interno una persona con disabilità è quello di incoraggiarle a sperimentare varie possibilità senza farsi abbattere da possibili difficoltà nel percorso, finché non troveranno la propria forma espressiva, artistica, sportiva o di qualunque altro genere.“