Zahida Qureshi ha dieci anni, vive in Pakistan e ha una disabilità. Ha avuto la poliomielite e per questo non riesce più a camminare. Se vuole muoversi autonomamente deve gattonare e quando vuole sposarsi per lunghe distanze, solitamente, chiede a suo fratello di caricarla su una bicicletta. Zahida vuole studiare, ma sei scuole le negano l’accesso: la sua disabilità, dicono i responsabili scolastici, rischia di distrarre i compagni di classe dalle lezioni.
Qureshi poi trova una classe che la accoglie, ma durante la giornata non può muoversi dal suo banco perché non ha una sedia a rotelle. Non può scrivere alla lavagna, non può seguire i compagni in cortile. La sua vita inizia a cambiare al college, quando i genitori le regalano la sua prima carrozzina.
Oggi la storia di Zahida è molto conosciuta nella sua città, Multan. Nel 2007, a poco più di venticinque anni, ha fondato una società che aiuta le persone con disabilità ad avere strumenti utili per muoversi. Prima di tutto, carrozzine.
La sua vicenda è stata raccontata dal quotidiano britannico The Guardian. Dopo aver cambiato più di sei scuole, Zahida è effettivamente riuscita a studiare, a ottenere un diploma e poi una laurea in Economia. La sua organizzazione no profit si chiama “Society for Special Persons” e in quindici anni ha prodotto più di 6.000 carrozzine personalizzate, soprattutto per adulti e bambini che come Zahida hanno contratto la poliomielite. In Pakistan la malattia non è ancora stata debellata: nel 2022, ad esempio, i casi segnalati sono stati diciotto.
Alcune delle carrozzine della “Society for special person” vengono realizzate direttamente da chi poi le utilizzerà. La no profit offre infatti alle persone con disabilità la possibilità di partecipare a un corso di sei mesi che ha proprio l’obiettivo di insegnare a costruire in modo autonomo una sedia a rotelle. Al termine delle lezioni, gli studenti portano a casa ciò che hanno creato. Tra loro c’è Wajid Ali, 27 anni, che ha terminato da poco le lezioni. “Con la mia nuova carrozzina potrò gestire il negozio di sartoria della mia famiglia – ha spiegato il ragazzo al Guardian -. Sono orgoglioso di aver imparato qualcosa che può essere utile a tutti coloro che hanno una disabilità”.
Dopo essersi spesa per la produzione di carrozzine, Zahida Qureshi vuole assicurarsi che queste possano effettivamente essere utilizzate. “Quando ero al college non c’erano rampe o elevatori, per me era difficile raggiungere la mia classe, a volte mi capitava di dover saltare le lezioni” ha raccontato l’imprenditrice. Così, nel 2011, Zahida ha lanciato una campagna chiamata “Accessible Pakistan” che ha l’obiettivo di fare installare nelle moschee, nei bagni pubblici e in vari altri edifici le rampe che consentono l’accesso alle persone con disabilità.
La storia di Qureshi, e la sua sofferenza di bambina, l’hanno portata a identificarsi con centinaia di altre persone con disabilità. Il suo ingegno ha fatto il resto.