Donne palestinesi con disabilità impegnate nel Progetto “INCLUDE”
(immagine tratta dalla rivista «Voice of Women»)
«Scrivo sulla mia disabilità per far sì che tutto il mondo sappia quanto noi, persone con disabilità, soffriamo, ma anche per mostrare al mondo che la vera disabilità risiede nella mente. Questa formazione mi ha portato sulla giusta via per fare in modo che la mia comunità e le altre comunità sappiano cosa significa la disabilità».
Sono parole di Ahlan, giovane donna palestinese con disabilità di Gaza, che spiega così l’effetto sulla sua vita avuto dal lavoro di formazione sull’uso dei media, nell’àmbito del Progetto INCLUDE – Empowerment socio economico delle donne con disabilità nella Striscia di Gaza, promosso dalla ONLUS riminese EducAid(Cooperazione e Aiuto Internazionale in Campo Educativo), insieme alla RIDS, la Rete Italiana Disabilità e Sviluppo, voluta, nel 2011, dalla stessa EducAid, insieme all’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), a DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e alla FISH(Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), per realizzare iniziative di informazione, formazione e consulenza in Italia e a livello internazionale.
In questi giorni Ahlan fa parte di una delegazione dicinque donne palestinesi con disabilità, in rappresentanza di altrettante organizzazioni di persone con disabilità di Gaza, giunta nel nostro Paese per incontrare la società civile italiana e le rappresentanze istituzionali, oltreché per stringere alleanze e per ricordare che a Gaza esiste e resiste una società che, nonostante le condizioni a dir poco difficili, ha voglia di riscatto e chiede che i propri diritti siano rispettati.
Come abbiamo raccontato ampiamente anche su queste pagine, negli ultimi quattordici anni Gaza ha visto un progressivo isolamento sia culturale che economico; persone e merci fanno sempre più fatica a entrare e a uscire dai 365 chilometri quadrati in cui la Striscia è rinchiusa, e a farne le spese sono soprattutto le persone più vulnerabili, tra cui le donne con disabilità, che già di per sé vivono una doppia discriminazione – come donne e come persone con disabilità – pagando quindi un prezzo molto alto.
Iniziato nei primi mesi del 2013, quando anche il nostro giornale ne aveva spiegato le caratteristiche, il Progetto INCLUDE si è dato l’obiettivo di attivare e sostenere ilprotagonismo delle stesse donne palestinesi con disabilità, nel migliorare le loro condizioni di vita sia da un punto di vista economico, sia nel promuovere il rispetto dei loro diritti di donne e di persone con disabilità.
«Per poter raggiungere questi risultati – si legge in una nota diffusa dalla FISH – EducAid e la RIDS hanno messo in campo, negli ultimi due anni, numerose attività tra loro in sinergia, ad esempio promuovendo la creazione di microimprese, attraverso un finanziamento a fondo perduto a beneficio di 35 donne con disabilità. Su un altro versante, inoltre, sono state formate 120 donne con disabilità all’uso e alla produzione di video, foto e articoli raccolti all’interno della rivista “Voice Of Women”, diffusa attraverso un sito dedicato e tramite i social media del progetto. In tale quadro è stata avviata anche una riflessione sul monitoraggio dell’attuazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dallo Stato di Palestina il 2 aprile dello scorso anno. E infine, un gruppo di 20 ragazze con disabilità, con il supporto di esperti di livello internazionale, ha potuto realizzare un’importante“ricerca emancipatoria”, tesa cioè a individuare e ad analizzare i fattori sociali, economici e culturali che, nello specifico contesto locale, ostacolano l’inclusione sociale delle donne con disabilità».
A coronamento, dunque, di questo percorso, la delegazione di donne con disabilità, come detto, è arrivata in questi giorni in Italia e sta vivendo un percorso ricco di eventi e incontri, a partire da quello del 2 marzo, presso l’Università di Bologna, con i docenti e gli studenti della Scuola di Psicologia e Scienze della Formazione.
Trasferitasi successivamente a Roma, la delegazione si è recata al Ministero degli Esteri e a quello del Lavoro e delle Politiche Sociali – ricevuta dal responsabile di quest’ultimo Dicastero, Giuliano Poletti – e quindi presso organizzazioni impegnate per la tutela e la promozione dei diritti delle persone con disabilità, fra cui la stessa FISH.
Inoltre, infine, il 4 marzo, le donne palestinesi, accompagnate anche dal presidente della FISH Vincenzo Falabella, sono state ricevute da Papa Francesco in un’udienza pubblica.**
(superando.it)
**parte rielaborata
di Giovanni Cupidi