Malgrado gli innumerevoli sostegni fiscali che dovrebbero indurre le aziende ad assumere i soggetti portatori di handicap, in Italia solo il 16% dei disabili trova occupazione.In Italia, da una recente stima, è emerso che soltanto il 16% dei disabili ha trovato un’occupazione. E ciò si traduce in una drammatica realtà: il 74% delle persone affette da disabilità, e ritenute abili al lavoro, non viene inserita.
Su questo tema, non è mancato l’intervento dell’Unione europea, bocciando l’Italia attraverso la Corte di Giustizia UE, che ha ritenuto insufficienti gli strumenti che il nostro paese ha messo in atto per favorire l’occupazione delle persone con disabilità, quali attuazione concreta dei diritti di uguaglianza e integrazione. Ma quali sono gli obblighi di chi vuole assumere del personale inserito all’interno delle liste protette?
Qui di seguito una rapida sintesi:Obblighi per le aziende – La legge 68/99 sancisce che le aziende che superano il tetto dei 15 dipendenti debbano assumere almeno un lavoratore appartenente alle categorie protette. Nella normativa è previsto un crescendo di queste assunzioni, con l’incremento dei dipendenti. Da 15 a 35 dipendenti prevede l’assunzione di una persona disabile, dai 36 ai 50 di due, da 51 a 150 in una percentuale del 7% più uno.Incentivi per le aziende – Con l’assunzione di un lavoratore appartenete alle categorie protette, l’azienda ha diritto di accedere ad alcune agevolazioni previste dalla legge (art. 13 legge 68/99), tra le quali: fiscalizzazione dei contributi previdenziali e assistenziali per l’assunzione di lavoratori disabili con ridotta capacità lavorativa superiore al 79% fino a un massimo di 8 anni. Medesimo discorso vale per l’assunzione di lavoratori con handicap intellettivo e psichico.Va ricordato inoltre che, nel caso in cui l’azienda debba sostenere costi per eliminare le barriere architettoniche, ma anche per l’acquisto di tecnologie per facilitare il telelavoro del soggetto, la legge prevede un rimborso parziale forfetario.Sanzioni – Per le aziende che eludono l’obbligo di assunzione di lavoratori affetti da disabilità sono previste delle ammende di carattere amministrativo, stabilite dalle direzioni provinciali del lavoro. Al di la delle chiacchiere, e delle leggi sistematicamente non rispettate, ci aspettiamo che l’Italia, così come tutti i paesi definiti “sviluppati”, riesca prima o poi a far sì che, una risorsa produttiva come quella che può derivare dal lavoro dei disabili, venga finalmente recepita come unica alternativa ad uno Stato assistenziale che ogni anno crea problemi di bilancio ai vari Governi che si succedono.
(www.ilmediano.it)
di Giovanni Cupidi