“Alla ricerca di Dory“, sequel di “Alla ricerca di Nemo”, indaga in maniera non scontata il tema della disabilità: per dire che anche chi ha qualche difetto può compiere grandi imprese.
Alla ricerca di Dory è un film vivamente consigliato ai minori. Ma anche ai maggiorenni non farebbe male vederlo, perché la storia può essere letta anche come una riflessione – non scontata, non banale – sul tema della disabilità.
Lo ricorderete: Dory soffre di perdita di memoria a breve termine, cioè dimentica ciò che ha detto o le è stato detto pochi istanti prima. Un problemino non da poco, già introdotto in Alla ricerca di Nemo, che ora assume ancora maggiore rilevanza perché la pesciolina è qui la protagonista assoluta.
Il senso del film sta nel raccontare e dimostrare che, nonostante questo limite, questa disabilità, Dory ha così tante capacità e abilità da riuscire non solo a cavarsela nella vita, ma anche a compiere grandi imprese, come quelle svelate nel sequel. Sarebbe peraltro sbagliato pensare che la disabilità riguardi solo Dory, vale a dire solo alcuni, lasciando fuori gli altri. Moltissimi personaggi del film “soffrono” di qualche disabilità, di qualche imperfezione: diversi altri pesci e persino degli uccelli hanno il loro personale problema. E, a ben pensarci, chi non ce l’ha?
Presa coscienza che abbiamo tutti dei limiti, il passo successivo è quello di rendersi conto che non per questo siamo incapaci di fare cose belle e utili. Infatti, tutti questi personaggi disabili mostrano altre doti, altre qualità che gli permettono di dare il loro prezioso contributo a compiere la missione speciale di Dory. Anche il papà di Nemo, dapprima poco tollerante con Dory, dovrà dare ragione al figlio Nemo che sosteneva che Dory ha grandi qualità. Il suo percorso è quello a cui siamo chiamati tutti quanti.
ALLA RICERCA DI DORY: I VALORI DELL’AMICIZIA E DELLA FAMIGLIA
Tanto è vero che ad un certo punto alcuni personaggi, per uscire da una situazione critica, si trovano a chiedersi: “Che cosa farebbe Dory in questo momento?“.
Accanto a questo, il film Disney veicola in altro messaggio: per vincere le difficoltà non c’è niente di meglio che l’amicizia. Con un amico accanto che ti vuole bene, anche le peggiori disabilità passano in secondo piano, mentre si rafforzano i nostri aspetti positivi. Amico è proprio colui che non si ferma alle apparenze, ma coglie le nostre virtù, anche se nascoste.
Infine, i due film sono l’ennesimo inno alla famiglia: papà, mamma e figlio hanno bisogno l’uno dell’altro e tutti – persone o pesci – non smetteremo di cercare di vivere in una famiglia unita.
(Famiglia Cristiana)