Il muro di plexiglass

Oggi 21 settembre 2014 sono stato a vedere la partita in casa del Palermo (vivendo io qui) contro l’Inter. Nulla di più normale e nulla di straordinario sembrerebbe. Eppure non è così. Come ben sapete  (per chi segue il blog) io sono affetto da tetraplegia e quindi utilizzo una sedia a rotelle elettronica per spostarmi.
Anche a Palermo per accedere allo stadio vi è una procedura preliminare di accredito sia per le persone con disabilità deambulanti che non. Tutto ciò va fatto nei giorni precedenti alla data della partita. Questa procedura di accredito è pressoché simile in tutta Italia  e garantisce alla persona con disabilità ed ad un accompagnatore l’ingresso gratuito. Ma allora cosa non funziona in tutta questa vicenda se addirittura si entra gratis per vedere la partita?  Ciò che non va è che l’ingresso gratuito non corrisponde ad un posto sugli spalti dello stadio ma bensì ad un “posto” lungo il bordo campo della tribuna dietro un muro di plexiglass.
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(la freccia indica la mia posizione)

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Il che significa che oltre a non avere una visione intera di tutto il campo⬆ (a seconda di dove ci si mette si vede poco e nulla) ci si trova anche davanti coloro che sono autorizzati a stare dentro il campo il che limita ancor più  la visione della partita.

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In più nelle giornate invernali si è esposti alle intemperie tipiche della stagione non essendo riparati dalla tettoia presente al di sopra degli spalti. Inoltre, come se non bastasse,  questa precaria visione spinge le persone in sedia a rotelle ad una competizione della serie chi tardi arriva male alloggia per accaparrarsi la posizione con maggiore visibilità.
Vi sembra che si possa definire civile tutto ciò? Alla menomazione che (me compreso) colpisce le persone si aggiunge discriminazione e una mancanza di rispetto unica e incredibile.
Eppure sarebbe facilmente risolvibile tutto ciò, almeno al Renzo Barbera, in quanto le prime file⬇ di tutta la tribuna nella sua intera lunghezza sono sempre vuote e non occupate (ma anche se lo fossero) e quindi facilmente trasformabili in una capiente e comoda tribuna rialzata per le persone in sedia a rotelle.

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Ma c’è un altro aspetto che mi preme sottolineare e cioè quello che alla menomazione venga associata in maniera automatica l’indigenza. Dico questo perché se io comprassi un biglietto di tribuna, fosse esso centrale o addirittura VIP, invece di ricevere l’elemosina di un biglietto e di un posto scomodissimo, non sarebbe possibile raggiungere il mio posto in quanto la tribuna è totalmente inaccessibile.  Eppure avrei pagato come tutte le altre persone, no?
Al concetto di accessibilità va associato, quindi, quello di giusta fruizione ma anche la libertà di scegliere come tutto ciò debba essere declinato, che sia gratis o a pagamento.
Come sempre è la cultura che deve essere cambiata prima ancora delle regole o delle disposizioni o se volete delle consuetudini affinché possano essere applicate soluzioni assolutamente realizzabili.

Panoramica sulla postazione disabili (almeno l’audio è divertente).

di Giovanni Cupidi

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