Ferruccia, una casa domotica contro la disabilità


Elisa Mannelli: “Ci sono voluti 15 anni, ma ora posso essere più indipendente”. La visita dell’assessore Saccardi

«L’impianto domotico ha cambiato completamente la mia vita. Una grande conquista che mi ha reso indipendente e mi ha permesso di avere il pieno controllo della casa». Sono queste le parole di Elisa Mannelli, una ragazza di quasi trent’anni, che ha riscoperto la voglia di prendere in mano la propria vita e condividerla con le persone che le stanno accanto.

Quella di Elisa è una storia a lieto fine, nella quale determinazione e tenacia hanno vinto su tutto il resto. Si tratta della prima abitazione studiata appositamente per agevolare le persone disabili e renderle più indipendenti. È un impianto che consente di accendere e spengere la luce, il gas, aprire e chiudere le porte ed avere il totale controllo della propria abitazione, e tutto questo premendo un semplice pulsante e restando seduti. Una novità adottata proprio per facilitare la vita di persone disabili. «Abbiamo impiegato quindici lunghi anni per ottenere i permessi necessari alla realizzazione di tutto ciò – ha dichiarato Elisa – e grazie ai miei genitori ho lottato per poter migliorare il mio stile di vita. Adesso posso fare tantissime cose da sola, senza dover gravare sugli altri».

Elisa con i genitori e Saccardi all’esterno dell’abitazione (foto Gori)

E proprio grazie ai genitori di Elisa, con il contributo da parte della Regione, si è potuta concretizzare alla Ferruccia un’abitazione fornita di un impianto domotico, che potesse privilegiare la vita della ragazza, ma allo stesso tempo che fornisse un senso di speranza e di fiducia verso il futuro per le persone non del tutto autonome. Il Comune di Quarrata ha approvato il progetto all’unanimità dei consensi validamente espressi. Perfino l’assessore regionale Stefania Saccardi, in visita per la città, ha pensato mercoledì 10 agosto di recarsi a casa Mannelli per osservare l’originalità e la funzionalità dell’impianto. Elisa, grazie a quest’innovazione, ha potuto ridurre la richiesta di aiuti nei confronti degli altri, tuttavia ha avuto anche la possibilità di svolgere in quasi completa autonomia le mansioni quotidiane.

L’apparecchio ha un’utilità di non poco conto: ha efficacia soltanto a distanza ravvicinata. Per cui funziona soltanto nel caso in cui l’interessato si trovi all’interno della propria abitazione, oppure nei paraggi della casa per via degli impulsi che vengono regolarmente emanati. «Il mio augurio più sincero è che dopo la mia, tantissime altre case vengano attrezzate con un impianto del genere – conclude la ragazza – Non bisogna stare fermi a guardare, ma è opportuno cercare di costruire attorno a sé la possibilità di un futuro migliore. Io quest’opportunità l’ho avuta e spero che tantissime altre persone, in condizioni di disagio, possano usufruirne per poter agevolare il proprio stile di vita».

(Il Tirreno)

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