In questi anni, è cresciuto notevolmente l’interesse per il mondo dell’economia solidale: un sistema di relazioni economiche e sociali che pone l’uomo e l’ambiente al centro, cercando di coniugare sviluppo con equità, occupazione con solidarietà e risparmio con qualità.
Sta ormai diventando la norma nel mondo delle app trovare nuove tecnologie che si pongano a servizio della gente comune per migliorarne la vita, con un’attenzione particolare al mondo delladisabilità e nella prospettiva dell’economia solidale. È un crescendo che coinvolge tanti giovani programmatori che hanno pensato anche al lato più solidale, e forse più nascosto, della tecnologia. L’obiettivo, ovviamente, è quello di rendere tutti uguali. Nessun ostacolo, nessuna difficoltà deve porre dei muri invisibili tra le persone.
A sostegno dei progetti di economia solidale, in aumento negli ultimi anni, vi è stato il mese scorso“Fa’ la cosa giusta”, il festival nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, in cui alcuni green maker hanno avuto la possibilità di presentare i loro progetti e le nuove app che hanno pensato per supportare chi debba convivere col mondo della disabilità.
Dopo l’invenzione di Be My Eyes (un’app per permettere ai non vedenti di “vedere il mondo”) in uscita ad inizio anno, è stato, così, il momento di altre tre app Veasyt Tour, Horus e Film Voicesche, seguendo i principi dell’economia solidale, puntano a migliorare il modo di fruire del mondo del turismo e dello spettacolo.
Veasyt Tour è una guida multimediale accessibile, che permette a tutti i visitatori (anche con disabilità sensoriali o linguistiche) di accedere in modo completo e autonomo a contenuti culturali o informativi su città d’arte, musei, ville, parchi, percorsi enogastronomici o naturalistici. I contenuti sono consultabili in modalità testuale, audio e video in lingua dei segni. Veasyt Tour, in pratica, si propone come la “reinterpretazione” accessibile delle tradizionali guide cartacee. Il servizio, tuttavia, non è pensato per una nicchia svantaggiata, ma segue le linee guida del Design for All. Ogni utente può personalizzare la fruizione scegliendo la modalità a lui più adatta, garantendo così l’accesso ai contenuti culturali a tutti. Veasyt Tour nasce all’interno di Veasyt, uno spin-off dell’Università Ca’ Foscari Venezia, nato nel 2012 per valorizzare le competenze del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati nell’ambito dell’accessibilità linguistica e sensoriale.
La seconda app, Horus è negli intenti molto simile a Be My Eyes. Infatti, cattura le immagini, trasmettendone una sintesi vocale a chi non può vedere. È un dispositivo per occhiali che fa tutto il lavoro: riconosce lo spazio intorno a sé e dà indicazioni precise attraverso un auricolare ad esso collegato. Gli sviluppatori, Saverio Murgia e Luca Nardelli, un gruppo di ingegneri biomedici con esperienza nel campo della visione artificiale, hanno spiegato come è nata l’idea di creare questo progetto, che si inquadra nella cornice dell’economia solidale: «Eravamo per strada quando una persona non vedente ci ha chiesto aiuto per raggiungere una fermata dell’autobus. Siamo rimasti tutti e due molto colpiti dagli accorgimenti che doveva adottare per muoversi in città, come contare gli spigoli degli edifici per orientarsi. A quel punto, ci siamo resi conto che sapevamo tutto della visione artificiale ma non avevamo mai compreso quanto fosse difficile vivere per i ciechi e gli ipovedenti».
Infine, Film Voices, l’app che rende accessibile la fruizione dei prodotti audiovisivi a spettatori non vedenti e ipovedenti attraverso la produzione di audiodescrizioni, realizzate all’interno di un laboratorio integrato tra professionisti vedenti e con disabilità visiva.
(openmag.it)
di Giovanni Cupidi