“Se qualcosa non ti piace, cambiala. Se qualcosa ti dà fastidio, affrontala”.
È questo il motto con cui la Spagna ha ricevuto nei giorni scorsi a New York, presso la sede delle Nazioni Unite, il premio “Franklin Delano Roosevelt”.
Che riconosce gli sforzi compiuti da un paese per i diritti, l’inclusione e il benessere delle persone con disabilità in tutti gli ambiti sociali.
È stato David B. Roosevelt, nipote del noto presidente americano, a consegnare l’onorificenza nelle mani della regina Sofia. Che ha sottolineato come i disabili siano “esseri umani uguali a qualsiasi altra persona in dignità e diritti”, e non solo meri percettori di sussidi. E ha attribuito il successo del “modello spagnolo” alla collaborazione tra i livelli di governo e le forze della società civile.
Ed effettivamente la Spagna un esempio da seguire in questo campo lo è. Prima in Europa a ratificare la Convenzione ONU sui disabili, ha adeguato la sua legislazione. Che nei prossimi anni si muoverà nel solco del recente Piano sulla disabilità 2013-2015. Tenendo in considerazione anche i bambini con handicap (140mila nel paese). A maggior rischio di esclusione e povertà.
In epoca di ristrettezze finanziarie, poi, Madrid non ha trascurato il settore del turismo accessibile. Al contrario, ci ha investito sopra. Promuovendo non solo l’abbattimento degli ostacoli all’accesso in ambienti, infrastrutture e servizi. Ma implementando tecnologie appropriate per queste persone. Sono 20 milioni, infatti, i disabili europei che avrebbero espresso il desiderio di visitare la Spagna nel prossimo futuro. Un elemento, questo, che può essere un motore economico per il paese.
E non mancano storie personali d’inclusione che hanno fatto storia. Come quella di Pablo Pineda che condurrà “Piensa en Positivo”. Il primo programma della TV presentato da una persona con sindrome di Down. O il caso di Angela Bachiller, che nel luglio scorso è diventata nel comune di Valladolid la prima consigliera Down nella storia della penisola iberica.
Insomma, alla Spagna non mancano le ragioni per vedersi attribuito il premio che consiste in un busto di bronzo del 32º presidente USA. Che contrasse la poliomielite a 39anni. E pur essendo paraplegico, incapace di camminare o stare in piedi senza assistenza, è stato eletto quattro volte dal popolo americano. Un assegno da 50mila dollari, poi, è stato consegnato al CERMI, il Comitato spagnolo dei rappresentanti delle persone con disabilità.
di Giovanni Cupidi