Disabilità, viaggio nel tempo sui treni del passato

di Max Ulivieri

Ho una grande notizia: i viaggi nel tempo sono una realtà. Questa invenzione così affascinante e ricercata negli anni da molti scienziati ma creduta ancora irrealizzabile, è in verità già presente. Ebbene sì. In Italia si può sperimentare questa esperienza già da molto tempo. Ve lo dimostro.Tempo fa da Bologna dovevo recarmi a Roma. Ho prenotato l’assistenza per le persone disabili in carrozzina alla stazione di partenza e di arrivo. Ho usato Italo. Tutta la procedura l’ho eseguita al telefono. Treno perfettamente accessibile. Molto spazioso. Bagni altrettanto spaziosi e attrezzati per chi ha difficoltà. Personale. Su Italo, ultima annotazione, l’accompagnatore non paga il biglietto. Si parte. Treno silenzioso, veloce, che in poco tempo mi fa arrivare a Roma. Certamente un bel balzo nel futuro, per efficienza e velocità. Anche con Trenitaliaquesto è possibile. Tranne che l’accompagnatore paga.Facciamo adesso il nostro viaggio nel tempo.Semplicissimo. Nessuna formula scientifica complicata. Basta che la stessa persona con disabilità voglia prendere un treno regionale daVenezia Mestre a Udine. Può chiamare anche in questo caso l’assistenza, anche se il biglietto poi deve andare in stazione. A parte questo. Quello che si ritrova davanti è ciò che vedete nella foto in alto. Cos’è? Lo spazio adibito alle persone disabili in carrozzina. Un angolino nascosto vicino le scale. E l’accompagnatore dove si siede? Che domande. Sulle scale. E per entrare nel treno come si fa? Bene. Basta segare una sbarra dalla porta, così c’è spazio per passare e come per magia il treno diventa accessibile. Da treno del passato, inaccessibile, a treno del futuro, accessibile. Un viaggio temporale fatto con una semplice sega (Non fate commenti idioti, basta il mio).Ma è una sistemazione degna di un essere umano?Non so. Prima devo capire se sono considerato appartenente al genere umano. Ci provo. Uso i viaggi nel tempo e utilizzo un mezzo di comunicazione futuristico: Twitter. Scrivo a @Trenitalia chiedendo se questo è un viaggiare dignitoso. Mi rispondono, perché pure loro sono “moderni”, chiedendomi che succede. Gli invio la foto. Da lì in poi dev’essere successo qualcosa di grave a chi gestisce il social network di Trenitalia perché non mi ha più risposto. Sono quasi preoccupato, non per me, ma per lui, o loro. Fatto è che non ho avuto nessuna risposta. O magari arriverà. Può essere che è stata inviata da un futuro talmente avanti che dovrò attendere anni per riceverla.Lo so, direte voi, quanto sono pignolo. Sicuramente esistono treni dove quelli come te (faccio razza a parte) non può neanche entrare. Sempre a lamentarti. Sicuramente saranno treni vecchi e sostituiti a breve con macchinari nuovi e perfettamente accessibili a tutti, in piena dignità. Lascia stare il domandarti come un treno del genere possa essere definito accessibile.Meglio che stare in casa, no? Hai voluto viaggiare nel tempo? Bene, questo era il passato, molto lontano. Oppure il presente? Ecco. Lo sapevo. Come tutti i viaggi del tempo, poi non capisci più in che era vivi in questo momento. Allora appena arrivato a casa, mi sono visto una presentazione di Mauro Moretti, amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato. Stava illustrando le meraviglie dell’ultimo nato, il Frecciarossa 1000. Mi sono subito sentito meglio. Finalmente ero tornato nel presente e potevo dimenticare l’incubo di quel lontano passato.Forse.

di Giovanni Cupidi

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