E’ il libro per ragazzi più venduto l’anno scorso nel Regno Unito. Protagonista un bambino di 10 anni con il volto deformato da una malattia ereditaria. Ora forse diventerà anche un film.
Fenomeno editoriale esploso in 28 Paesi, per decine di settimane tra i best-seller nella lista del New York Times, libro per bambini di debutto più venduto lo scorso anno nel Regno Unito, Wonder è arrivato anche in Italia tradotto da Giunti, che gli ha dedicato anche un sito: Wonder.giunti.it. Stile immediato e linguaggio diretto, il romanzo ha come protagonista Auggie (Augustus) Pullman, nato con la sindrome di Treacher-Collins, rara malattia ereditaria che gli ha deformato il viso. I genitori e la sorella maggiore cercano di proteggerlo, ma quando compie dieci anni sua madre lo invita a frequentare la prima media in una scuola pubblica, dove si confronterà con chi lo deride per la sua disabilità, stabilendo relazioni di autentica amicizia antitetiche al bullismo. E l’anno scolastico si concluderà con un premio tutto per lui.
Lieto fine scontato, dal retrogusto buonista? L’autrice, Raquel Jaramillo (che ha scelto uno pseudonimo ispirato al nome della madre di origini colombiane), dissente. Grafica e illustratrice, 49 anni, nel 2006 è diventata editor di volumi per bambini e ha cominciato a elaborare questo romanzo prendendo spunto da un episodio realmente accaduto a New York, dove vive: “Ero seduta su una panchina con i miei due figli e ho visto passare una bambina con la sindrome di Treacher-Collins. Sono stata presa dal panico, temevo che mio figlio di tre anni vedendola avrebbe reagito urlando. Mi sono alzata di scatto, come punta da una vespa, ho chiamato l’altro figlio e mi sono allontanata di corsa. Alle mie spalle ho sentito la madre della ragazzina che, con voce molto calma, diceva: Forse è ora di tornare a casa”.La scrittura, però, non riflette sensi di colpa irrisolti: tensioni familiari e pregiudizi sociali non sono taciuti, né vengono schivate domande su quanto l’apparenza conti. Il proprio aspetto fa indubbiamente soffrire Auggie, soprattutto perché lui si sente “un ragazzo come tutti gli altri”. E aggiunge: “L’unica ragione per cui non sono normale è perché nessuno mi considera normale”. Ma Auggie “costringe” le persone che incontra a specchiarsi nel suo volto deformato e a fare i conti con le proprie reazioni esteriori e interiori: “Non mi dilungo a descrivere il mio aspetto. Tanto, qualunque cosa stiate pensando, probabilmente è molto peggio”, dice di sé il personaggio. E la sua schiettezza parla anche ai “grandi”, visto che in Inghilterra, Germania e Francia il libro è uscito sia nella versione per ragazzi che in quella per adulti, con lo stesso testo ma due copertine differenti. Forse Wonder diventerà un film: a produrlo potrebbe essere Lionsgate, una delle maggiori compagnie di distribuzione di film indipendenti nel nord America. Intanto il 21 marzo scorso ha vinto il Waterstones Children’s Book Prize 2013, fra i più prestigiosi premi inglesi di libri per ragazzi, con questa motivazione: “Wonder è un ritratto realistico e asciutto delle reazioni negative che la disabilità fisica e la diversità possono provocare in bambini e adulti, e nonostante questo è pieno di speranza”.
(superabile.it)
di Giovanni Cupidi