Conferenza stampa a Roma per presentare la prossima Conferenza nazionale sulle politiche della disabilità che si apre domani a Bologna. Il Programma prevede 7 sette linee di intervento che coprono trasversalmente gli aspetti più importanti per la realizzazione della piena inclusione nella vita sociale delle persone con disabilità.
Aprire una discussione ampia e partecipata sulle misure previste per l’attuazione del Programma d’Azione Biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, documento elaborato a marzo dall’Osservatorio Nazionale. E’ l’obiettivo della “IV Conferenza Nazionale sulle politiche della disabilità” che si apre domani a Bologna e rappresenta un’occasione di confronto fra le istituzioni e le organizzazioni rappresentative, anche della società civile.
L’appuntamento – si legge in una nota del ministero – è ancora più significativo considerato che la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006 prevede il coinvolgimento e la consultazione delle organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità nell’elaborazione e attuazione della legislazione e delle politiche che le riguardano. “È il principio del “nulla su di noi senza di noi” che abbiamo voluto far nostro coinvolgendo nella costruzione dell’evento le federazioni rappresentative delle persone con disabilità”, ha precisato il vice ministro, Maria Cecilia Guerra, durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento di Bologna. “A questo principio si ispira anche lo slogan “partecip…azione” ideato per la manifestazione: condividere le priorità e le modalità migliori per la concreta applicazione delle proposte contenute nel Programma per i prossimi due anni. Dobbiamo passare alla realizzazione concreta delle misure – aggiunge il vice ministro Guerra – e vogliamo che anche questa fase sia ampiamente partecipata e concentrata sulle azioni da intraprendere”.
Il Programma d’Azione Biennale segna, infatti, il culmine di un processo che ha visto coinvolto l’Osservatorio nella sua complessità, grazie alla partecipazione delle principali federazioni delle persone con disabilità e alla costituzione di ben sei gruppi di lavoro aperti al contributo di ulteriori esperti ed esponenti del mondo dell’associazionismo. Il Programma, inoltre, segue la stesura del primo Rapporto italiano sulla implementazione della Convenzione, trasmesso all’ONU nel 2012, del quale è l’ideale completamento.
Il Programma prevede 7 sette linee di intervento che coprono trasversalmente, in un’ottica di mainstreaming, gli aspetti più importanti per la realizzazione della piena inclusione nella vita sociale delle persone con disabilità e per ogni intervento individua l’obiettivo e il tipo di azione necessaria per conseguirlo. Tra le proposte più significative, di stretta competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la prima riguarda il superamento della nozione di invalidità civile introducendo definizioni e modelli di valutazione e intervento sulla disabilità sulla base di principi ispirati all’ICF (la classificazione OMS che vuole descrivere lo stato di salute delle persone in relazione ai loro ambiti esistenziali per cogliere le difficoltà che nel contesto socio-culturale di riferimento possono causare disabilità). Il programma propone, infatti, di basarsi sul “funzionamento” globale della persona valutato sull’intero fronte dei suoi diritti/doveri, così che la valutazione assuma un significato di operativo supporto alla progettazione personalizzata, superando definitivamente le logiche “tutte al negativo” di percentualizzazione dell’inabilità/invalidità, della capacità lavorativa, dell’handicap e riconducendo ad unità la frammentazione normativa esistente.
Un’altra priorità è quella di favorire il mainstreaming della disabilità all’interno delle politiche generali per il lavoro e nella raccolta dati, aggiornare la legislazione in vigore e renderla più efficace nell’offrire occasioni di lavoro, in particolare attraverso un miglior funzionamento del collocamento mirato, prevedendo nuove competenze che permettano di seguire i lavoratori durante tutto il percorso lavorativo senza trascurare il tema delle donne che vivono condizioni di multi discriminazione. Infine, la definizione di criteri guida per la programmazione degli interventi e servizi e la redazione dei progetti individualizzati per la promozione della vita indipendente, intesa come facoltà di compiere autonomamente le proprie scelte e gestire direttamente la propria esistenza. A tale proposito sono centrali i progetti individualizzati che richiedono il coinvolgimento diretto della persona, con attenzione adeguata nel caso in cui questa non sia in grado di autodeterminarsi.
Tra le attività dell’Osservatorio, significativo è stato lo spazio dedicato alla raccolta di dati e informazioni statistiche utili per la policy, grazie a una convenzione con l’Istat finalizzata a ricostruire, per la prima volta, il quadro delle condizioni di vita e dell’accesso ai servizi delle persone con disabilità, oltre che un sistema di indicatori per il monitoraggio dell’inclusione sociale, coerente con le indicazioni dell’ONU. Un’attività fondamentale per la definizione delle politiche i cui risultati saranno disponibili nel 2014.
“Il Programma d’azione rappresenta, senza dubbio, un primo fondamentale contributo alla definizione di una complessiva azione strategica da parte dell’Italia sul tema della disabilità – conclude il vice ministro Guerra – in accordo col nuovo quadro delle Nazioni Unite e pienamente coerente con la Strategia europea sulla disabilità 2010-2020, per promuovere la progressiva e piena inclusione in tutti gli ambiti della vita sociale, economica e culturale”.
(quotidianosanita.it)