Disabili e inclusività: come portarla sul palco grazie all’esperienza de L’Arte nel cuore

Disabili in classi separate. È questa la proposta del Generale Vannacci, candidato della Lega alle prossime elezioni europee. Ma agli antipodi rispetto a questa forma di apartheid c’è chi, da anni, porta avanti l’inclusività anche nel mondo dello spettacolo, quello patinato per eccellenza. È il caso de L’Arte nel Cuore Onlus, il primo progetto europeo di formazione artistica rivolto a giovani diversamente abili e a giovani normodotati, nato a Roma nel 2005 e dal 2017 anche a Milano.

Disabili e normodotati insieme sul palco

«Si tratta di un’Accademia pensata e progettata per l’insegnamento a persone con e senza disabilità, per valorizzare il loro talento artistico e svilupparlo in un ambiente integrato. A dimostrazione di come, insieme, desideri e aspirazioni non abbiano limiti, né barriere. Da oltre 18 anni lavoriamo proprio sull’integrazione tra disabili e normodotati. Nella nostra Accademia, gli alunni lavorano insieme, nella stessa classe, senza fare alcun tipo di distinzione», spiega Daniela Alleruzzo, ideatrice e Presidente dell’Accademia L’Arte nel cuore Onlus.

Che cos’è un progetto win-win

I benefici non si registrano esclusivamente dal lato delle persone con disabilità. Come sottolinea la Presidente: «Proprio grazie a questa condivisione anche i ragazzi cosiddetti “meritevoli” hanno superato le loro difficoltà, vincendo la timidezza e aumentando la loro autostima, prendendo proprio come guida la forza e la volontà dei ragazzi disabili». Insomma un progetto win-win, in cui tutti traggono vantaggio.

Disabili Associazione Arte nel Cuore
Disabili e articolo 3 della Costituzione

Secondo l’articolo 3 della nostra Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. «L’Arte nel Cuore ha fatto suo questo importante articolo e, grazie alle attività che porta avanti da anni, è la dimostrazione che l’integrazione e l’inclusione sono armi vincenti. Invitiamo tutti ad assistere al nostro prossimo spettacolo, “Il riflesso della bellezza”, un adattamento de “La bella e la bestia” che andrà in scena il 18 giugno al Teatro Olimpico di Roma. Ci auguriamo che alcune barriere culturali e mentali, in un Paese come il nostro, siano abbattute», continua Alleruzzo.

Un’Accademia speciale

L’impostazione seguita è quella dell’Accademia di spettacolo, con lezioni di danza, recitazione, doppiaggio musica e canto, per offrire una struttura non solo senza barriere architettoniche, ma pensata e progettata per l’insegnamento a persone con e senza disabilità che hanno un talento da esprimere e che per accedere devono superare un provino. L’Associazione vuole colmare una carenza: la mancanza di offerta di servizi ed attività per le persone disabili che possiedono doti artistiche e vogliono svilupparle in un ambiente integrato.

Saranno (e sono già) famosi

«Anche i ragazzi disabili, se formati adeguatamente, possono lavorare. Lo testimoniano molti dei nostri allievi: Emanuela Annini, attrice con la sindrome di Down, ha partecipato a film, fiction e lavorato come doppiatrice; Tiziano Donnici con disabilità motoria e Alessandro Tiberi con ritardo cognitivo medio-grave, hanno lavorato entrambi come doppiatori del lungometraggio “Champions”, Valerio Moscetti con ritardo cognitivo e Pamela Carpio con disturbo compulsivo oggi dj. Perché “Dove c’è talento non esistono barriere”», conclude Daniela Alleruzzo. (iodonna.it)

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