Ebbene sì. I caregiver lavorano.
Più degli altri. Perché lo fanno con sacrificio e preoccupazione. Hanno il pensiero a casa, rivolto ai propri cari e devono guardarsi le spalle sul luogo di lavoro. Ambiente nel quale il proprio carico diventa la scusa per infliggere loro violenze psicologiche e mobbing sfrenato.
Ma il coraggio di dirlo chiaramente, non tutti ce l’hanno. Perché il caregiver lavora per portare il pane a casa a chi un lavoro non se lo può permettere a causa della sua condizione.
E quindi omette, abbozza, ingoia rospi e lavora di più. Lavora anche durante le feste comandate perché a lui, le ferie non gliele danno, ha la 104 può usare quella! E poi, però viene costantemente vessato e discriminato se ne usufruisce ed inoltre calunniato per le stesse ragioni. Qualora non lo fa perché magari e’ suo altrettanto diritto avere la concessione delle sue ferie quando preferisce, allora il braccio di ferro si infittisce.
E’ ora di dirlo che questa vergogna culturale si perpetra nel tempo e da sempre.
Perché non basta che ti capiti una disgrazia, quella, sarà usata come un arma per distruggerti.
Per annientare la dignità del caregiver, che dovrà guardarsi dal collega, dal datore di lavoro, da coloro che dovrebbero tutelare i suoi diritti e per giunta dagli amici e dai familiari che non comprendendo certe dinamiche gli danno pure dello sciocco perché lavori a queste condizioni con il doppio se non il triplo della fatica e sotto ricatto costante, come una spada di Damocle sulla testa.
Ma il caregiver fa spallucce.
Lo sa che funziona così e se la fa passare.
Continua a lavorare come un ciuccio perché alla fine il sorriso delle persone che ama e che hanno bisogno del suo sostegno, vale molto di più di tutta questa cattiveria sociale che lo circonda. Quindi si lamenta un po’, magari piange avendo pena per se stesso, sa che in sua assenza, a casa può accadere qualunque grave imprevisto, ma se ne infischia, si concentra sull’obiettivo e va al lavoro!
In quei luoghi dove la prima fatica e’ difendersi da tutti coloro che vorrebbero vederli a casa a piangere miseria con un qualsivoglia sostegno sociale che peraltro pagano loro… ma farebbero anche questo pur di non avere un caregiver tra i piedi!
Perche’? Perché fa paura. Perché è più bravo degli altri e lo dimostra ogni giorno della sua vita combattendo la sua battaglia più grande.
Quanto e’ diventato piccolo questo mondo.!
Quindi coraggio cari caregiver, al lavoro!