Dalle protesi alle carrozzine, chi è legittimato a fruire di una serie di ausili a totale carico del Servizio sanitario nazionale. E quali procedure deve seguire per esercitarlo
Materassi per la prevenzione di piaghe anti-decubito , letti ortopedici, carrozzine, sollevatori per spostare i pazienti allettati, deambulatori, bastoni, apparecchi acustici, quelli per correggere i difetti della vista, protesi di mani, piedi, gambe e tutori su misura per aiutare a muovere gli arti e sostenere la colonna vertebrale e la testa, dai corsetti agli schienali di postura, ai braccioli di rinforzo. Le persone con disabilità hanno diritto a una serie di ausili, a carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn), compresi quelli elettronici (come sensori di comando, orologi parlanti, lettori di schermo, telefoni attivabili a viva voce), ma spesso non lo sanno.
I rischi per l’assistito
«Capita che il caregiver li acquisti in autonomia, senza una valutazione da parte del medico specialista, il che comporta dei rischi per l’assistito, come quello di caduta. Oppure possono essere inutili e vengono abbandonati. Nel caso dell’anziano con demenza, per esempio, il letto ortopedico non è sempre necessario. Si può mantenere quello personale, con la semplice aggiunta di sponde, senza creare un senso di disorientamento nella persona» avverte Mauro Zampolini, direttore del Dipartimento di Riabilitazione dell’Usl Umbria 2. Se la disabilità deriva da un incidente sul lavoro la fornitura del presidio viene gestita dall’Inail.
I destinatari
Le persone con il riconoscimento di invalidità civile, cecità totale o parziale, i minori di 18 anni con disabilità grave e permanente, gli amputati di arto, le donne che hanno subìto un intervento di mastectomia.
La prescrizione
Gli ausili assistenziali (materasso antidecubito, letto a manovella, sollevatore, sedia a rotelle standard, montascale, sedia per wc e doccia) vengono prescritti dal medico di medicina generale tramite un apposito modulo e ricetta del Servizio sanitario nazionale. Invece tutti gli ausili con una funzione riabilitativa (che servono a recuperare autonomia, dalla carrozzina elettrica alla tastiera modificata per il pc, il puntatore oculare, calzature ortopediche), di serie o su misura, per i quali c’è bisogno di un’accurata valutazione e di un addestramento all’uso, richiedono una visita e la prescrizione da parte del medico specialista (fisiatra, ortopedico, oculista, otorino), nell’ambito di un piano riabilitativo individuale (che definisce gli obiettivi attesi e un follow up periodico). Come quelli per le terapie personali (ventilatori per la respirazione, aspiratori di muco, pompe per l’infusione).
Tutti i presidi non personalizzati (e riutilizzabili) vanno restituiti all’Asl alla fine del loro uso. L’Ufficio ausili aziendale autorizza la fornitura.
Medici prescrittori
«In Lombardia e Umbria esiste un elenco di medici prescrittori, reperibile sui siti web delle singole aziende. È in cantiere in Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Calabria, Friuli, Marche e Liguria», specifica Raffaella Gaeta, coordinatrice della sezione ausili della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa (Simfer). Il dispositivo viene erogato a domicilio dalla ditta oppure presso il magazzino dell’Asl o un fornitore convenzionato, e collaudato dal medico che provvede alla prescrizione.
I centri
Per consulenza, scelta, prova e addestramento del dispositivo elettronico più idoneo ci si può rivolgere al centro ausili. Un servizio gratuito, che però non è presente in tutte le regioni, con equipe multidisciplinare (ingegnere, fisioterapista, terapista occupazionale, logopedista, psicologo, educatore), gestito direttamente dalle Asl oppure da Ircss, onlus o cooperative convenzionate. Le modalità di accesso variano (con impegnativa del medico di base o compilando un modulo di richiesta online). I centri si trovano in Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Calabria, Puglia, Trento, Bolzano.
La situazione nelle Regioni
«Dentro l’ospedale abbiamo un laboratorio dove la persona disabile può testare le diverse soluzioni proposte al fine di ricercare quella più adatta alle sue esigenze e un appartamento domotico dove sperimentarle sotto monitoraggio per un certo periodo. Con il supporto di sistemi e comandi automatici si alzano dal letto, si vestono, accedono al bagno, ai pensili della cucina, fanno la lavatrice, usano il pc, accendono la tv» spiega Jacopo Bonavita, direttore dell’Unità operativa di riabilitazione dell’ospedale Villa Rosa di Pergine Valsugana (Trento). «Auspichiamo che i centri ausili per i presidi ad alta tecnologia siano istituiti in tutta Italia in modo capillare» conclude Gaeta.
L’Emilia Romagna mette a disposizione 10 centri provinciali per l’adattamento domestico (uno per provincia) e due regionali di secondo livello specializzati rispettivamente in ausili tecnologici e soluzioni per l’accessibilità (il centro regionale ausili a Bologna e quello di informazione sul benessere ambientale a Reggio Emilia), dove le famiglie della persona disabile e anziana possono ricevere consulenza tecnica e organizzativa gratuita.
L’obiettivo è ricercare le soluzioni migliori per favorire il più possibile la permanenza di chi ha problemi motori nella propria casa, risolvendo gli ostacoli fisici nel rispetto delle sue esigenze e delle sue abitudini. Sul portale Retecaad.it sono disponibili l’elenco dei centri, con i riferimenti da contattare, e delle schede con le indicazioni generali per adattare i vari ambienti. (corriere.it)
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