CAP90036: la lettera di Valentine sulla sanità pubblica nel sud Italia

“CAP 90036” è una rubrica dedicata alle vostre “lettere“. La lettera di questa settimana ce la invia Valentine Stefanelli per raccontare la sua esperienza con la sanità pubblica che sta scomparendo specialmente nel sud Italia.

“Scrivo questa lettera per la tua rubrica “CAP90036” per denunciare una situazione che, purtroppo, sta diventando sempre più insostenibile e che riguarda la sanità pubblica nel Sud Italia, in particolare a Napoli. Quello che un tempo era un diritto fondamentale, oggi sembra essere diventato un privilegio riservato a pochi, mentre per la maggioranza resta solo una promessa vuota, scritta sulla carta delle istituzioni.

La mia esperienza personale è emblematica di questo degrado. Sono affetta da una malattia genetica rara, e per me, recarmi in ospedale dovrebbe essere una routine per i controlli periodici, ma è diventato un calvario. Ad esempio, presso il secondo Policlinico, edificio 6, prenotare una visita è un’impresa che richiede giorni di tentativi al telefono. Anche per ottenere una semplice ricetta medica, devo fare avanti e indietro dal medico di famiglia, perché i codici cambiano continuamente. E se chiedo di essere seguita da un medico specifico, mi ritrovo ogni volta davanti a un dottore diverso.

Per un certo periodo sono riuscita ad avere una certa continuità di cure con un medico competente, fino a quando non è andato in pensione. Da allora, l’ultimo controllo l’ho fatto con un medico che, francamente, non era all’altezza. Considerando che i miei controlli dovrebbero avvenire ogni tre mesi, sono riuscita a ottenere un appuntamento solo a luglio, nonostante l’avessi richiesto a maggio. Il giorno della visita, fissata per le 11:00, sono tornata a casa solo alle 15:00, dopo aver camminato sotto il sole per raggiungere la metro, nonostante la mia invalidità.

La situazione non è solo mia, ma riguarda molti pazienti. Il Consigliere dei 5 Stelle, Saiello, ha recentemente denunciato la situazione di un paziente oncologico che doveva sottoporsi a una terapia iperbarica presso l’edificio 8. File interminabili, ore di attesa, sedute rotte: un incubo per chi è già provato dalla malattia e dal caldo estivo, tanto che alcuni pazienti sono costretti a sedersi sui marciapiedi esterni dell’edificio.

Questo grande ospedale ospita vari ambulatori, ciascuno gestito in modo diverso. Per esempio, il reparto di nutrizione nell’edificio 10 funziona bene: i responsabili prenotano direttamente i controlli, senza lungaggini. Ma questa è l’eccezione, non la regola. Al Monaldi, nel reparto di allergologia, mi hanno chiamato a fine dicembre, mesi dopo la mia richiesta. Mi sono ritrovata in sala d’attesa con pazienti di ogni genere: chi con l’ossigeno per il rinnovo del piano terapeutico, chi per complicanze post-Covid, chi reduce dall’influenza. Una sola dottoressa, già evidentemente stanca, doveva gestire tutti questi pazienti impazienti. Ho trascorso un’intera giornata ad aspettare per un semplice controllo legato a una tosse allergica persistente.

Nonostante abbia l’esenzione per patologia, non mi sento affatto tutelata. Avrei bisogno di fare terapie inalatorie presso le terme, ma oggi è diventato quasi impossibile. Il ticket è troppo oneroso: l’ultima volta, per un pacchetto di 10 sedute, mi hanno chiesto circa 65 euro. Eppure, queste terapie vengono offerte gratuitamente a persone sopra i 65 anni, spesso in buona salute, o a ex fumatori che, per il loro vizio, vengono persino premiati dallo Stato!Non possiamo più accontentarci di parole vuote.

Lo Stato sostiene di non avere i soldi, ma la realtà è che vengono sprecati o intascati dai potenti. L’Europa sollecita l’Italia a fare di più, ma sono solo chiacchiere senza fatti concreti. A chi governa poco importa di noi, perché loro possono permettersi di curarsi nel privato o di fare terapie in tranquillità, lontano dai disagi che noi cittadini comuni siamo costretti a subire.Spero che questa mia testimonianza possa accendere un faro su una situazione che non può più essere ignorata. La sanità pubblica è un diritto di tutti, ma sembra che sia diventata un privilegio per pochi.

CAP90036

Per le vostre lettere a CAP90036 scrivete a info@giovannicupidi.it o la sezione “Contatti” del blog. Grazie.

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