Nuove Prospettive sull’Autismo: Il Legame Tra Mutazioni Genetiche e Morfologia Cerebrale

L’autismo rappresenta uno dei disturbi più complessi e variegati del neurosviluppo, caratterizzato da difficoltà nella comunicazione e nelle interazioni sociali, nonché da comportamenti ripetitivi e limitati. Il termine più corretto da utilizzare è “Disturbi dello Spettro Autistico” (ASD – Autism Spectrum Disorders), una denominazione che riconosce la vasta gamma di sintomi e manifestazioni che caratterizzano questi disturbi. La diagnosi di ASD, attualmente, si basa principalmente sull’osservazione dei sintomi comportamentali, che possono variare notevolmente tra i soggetti e anche evolvere nel corso del tempo. Tuttavia, le cause sottostanti a questi disturbi sono ancora oggetto di ampio dibattito e ricerca.

Le Cause: Una Combinazione di Fattori Genetici e Ambientali

La comunità scientifica è concorde nell’affermare che le origini dell’autismo siano multifattoriali, con una forte componente genetica influenzata da variabili ambientali. Diversi studi hanno suggerito che fattori come infezioni materne durante la gravidanza, anomalie nel sistema immunitario materno-fetale, esposizione a sostanze tossiche o farmaci, e l’età avanzata dei genitori al momento del concepimento possano contribuire allo sviluppo dell’autismo. In Italia, un’indagine dell’Osservatorio Nazionale Autismo dell’Istituto Superiore di Sanità, condotta su mandato del Ministero della Salute, ha rilevato che circa un bambino su 77, di età compresa tra 7 e 9 anni, è affetto da disturbi dello spettro autistico.

La Ricerca: Nuove Scoperte sulle Mutazioni Genetiche

Un gruppo di ricercatori della University of Virginia, in collaborazione con la University of California San Francisco e la Johns Hopkins University, ha recentemente condotto uno studio che potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione delle basi genetiche dell’autismo. Pubblicato sulla rivista Science Advances, lo studio ha esplorato il legame tra specifiche mutazioni genetiche e la morfologia cerebrale nei pazienti autistici. In particolare, l’attenzione si è concentrata sulle delezioni e duplicazioni della regione 16p11.2 del cromosoma 16. Questa regione è nota per essere associata a un aumentato rischio di autismo, sebbene il suo ruolo esatto rimanga in gran parte sconosciuto.

Delezioni e Duplicazioni: Impatto sulla Struttura del Cervello

Le delezioni sono tratti di cromosoma mancanti, che portano a una perdita di materiale genetico, mentre le duplicazioni implicano la presenza di copie aggiuntive di una determinata regione cromosomica. Queste variazioni strutturali possono avere un impatto significativo sullo sviluppo cerebrale. Nel loro studio, i ricercatori hanno utilizzato un innovativo metodo di intelligenza artificiale (IA) per analizzare le immagini cerebrali ottenute tramite risonanza magnetica.

Questa tecnica ha permesso di correlare specifiche alterazioni nella morfologia del cervello, come variazioni nel volume della corteccia cerebrale, con la presenza di mutazioni nella regione 16p11.2. «L’autismo è tradizionalmente diagnosticato dal punto di vista comportamentale, ma ha una forte base genetica. Un approccio basato sulla genetica potrebbe trasformare la comprensione e il trattamento della malattia», scrivono gli autori dello studio.

Intelligenza Artificiale e Mappatura Cerebrale

Il metodo utilizzato dai ricercatori, denominato “transport-based morphometry” (TBM), è ancora in fase sperimentale, ma si è rivelato promettente nell’identificare alterazioni cerebrali specifiche nei pazienti con mutazioni 16p11.2. La TBM si basa sul principio del trasporto di molecole – come proteine, nutrienti e gas – all’interno e all’esterno delle cellule e dei tessuti cerebrali, permettendo di distinguere le variazioni strutturali normali da quelle patologiche.

I ricercatori hanno testato questa tecnica su un campione di individui con variazioni genetiche specifiche legate all’autismo, confrontandoli con un gruppo di controllo abbinato per età, sesso e quoziente intellettivo non verbale, al fine di ridurre il più possibile le variabili confondenti.I risultati dello studio sono impressionanti: in quasi il 100% dei casi, le variazioni nella regione 16p11.2 erano associate a modifiche strutturali del cervello.

Questo suggerisce un legame molto stretto tra la genetica e la morfologia cerebrale nell’autismo, offrendo nuove prospettive per una diagnosi precoce e interventi tempestivi. «Abbiamo scoperto che tali variazioni si associano in quasi il 100% dei casi a modifiche strutturali del cervello», affermano i ricercatori, sottolineando l’importanza di queste scoperte per la comprensione delle basi biologiche dell’autismo.

Autismo
Immagini generate da TBM che mostrano cambiamenti spazialmente diffusi associati a 16p11.2 CNV.Le immagini 3D generate da TBM, ottenute campionando il sottospazio discriminante in Fig. 2 lungo la direzione 1 discriminante, raffigurano i cambiamenti fisici nella densità dei tessuti bianchi (WM) e di materia grigia (GM) . Il rosso indica un aumento relativo della densità dei tessuti, mentre il blu rappresenta una diminuzione relativa. Le nostre scoperte rivelano una crescita eccessiva di tessuto diffuso nei portatori di delezione e nel sottobosco dei tessuti nei portatori di duplicazione rispetto ai controlli, come evidenziato dalle frecce nere in regioni selezionate.

La Morfometria Basata sul Trasporto: Un Passo Avanti nella Diagnosi Precoce

La TBM potrebbe rappresentare un cambiamento significativo nel modo in cui l’autismo viene diagnosticato e trattato. Attualmente, la diagnosi di autismo si basa principalmente su criteri comportamentali, ma la possibilità di identificare alterazioni cerebrali specifiche legate a mutazioni genetiche potrebbe aprire la strada a diagnosi molto più precoci.

Gli autori dello studio stimano che l’accuratezza di questo metodo possa variare tra l’89% e il 95%, una percentuale che, se confermata, potrebbe avere importanti implicazioni cliniche.Gustavo Rohde, professore di ingegneria alla University of Virginia e primo autore dello studio, ha spiegato che «alcune variazioni del numero di copie (delezioni o duplicazioni) sono notoriamente associate all’autismo, ma il loro legame con la morfologia cerebrale non è ben noto. Scoprire come le variazioni geniche si relazionino alla morfologia del tessuto cerebrale è un primo passo importante per comprendere le basi biologiche dell’autismo».

Limiti e Prospettive Future

Nonostante le scoperte promettenti, è importante sottolineare che la ricerca si è concentrata su una specifica variazione genetica, la 16p11.2, che è solo una delle oltre 200 variazioni attualmente identificate nei disturbi dello spettro autistico. Come osserva Maria Luisa Scattoni, coordinatrice dell’Osservatorio Nazionale Autismo dell’Istituto Superiore di Sanità, «lo studio è importante per la metodologia utilizzata, ma riguarda una specifica copy number variation, la 16p11.2, che è solo una delle oltre 200 finora identificate nell’autismo e non l’intero codice genetico, come erroneamente riportato da alcuni media.

Questa imprecisione ha indotto molti familiari a sperare, illusoriamente, in una ricaduta pratica nell’immediato futuro».Pertanto, sebbene questo studio rappresenti un passo avanti significativo nella comprensione dell’autismo, è necessario continuare a esplorare altre variazioni genetiche e i loro effetti sulla struttura cerebrale. Inoltre, sarà cruciale integrare queste scoperte con altre linee di ricerca che esaminano fattori ambientali, immunologici e neurobiologici, per sviluppare un quadro completo delle cause dell’autismo.

Conclusione: Verso una Diagnosi più Precisa e Interventi Mirati

Le nuove scoperte sulle relazioni tra mutazioni genetiche e morfologia cerebrale nei pazienti autistici offrono una nuova speranza per diagnosi più precoci e trattamenti più efficaci. Sebbene il percorso sia ancora lungo, la combinazione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e la risonanza magnetica con un’approfondita comprensione genetica potrebbe rivoluzionare il modo in cui affrontiamo l’autismo, migliorando significativamente la qualità della vita delle famiglie.

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