Non è una pedanteria terminologica, ma un cambio di prospettiva nello studio su questa malattia, che ha reso necessario un nuovo intervento normativo. Istituito un gruppo di lavoro: tra 10 giorni la commissione Sanità si riunirà in plenaria per discutere il disegno di legge
L’autismo non è una ‘psicosi’, ma ‘un disturbo pervasivo dello sviluppo’. E non è una pedanteria terminologica, ma un importante cambio di prospettiva nello studio e negli interventi su questa malattia, che ha reso necessario un nuovo intervento normativo. A marzo, al Senato, Antonio De Poli (Scelta civica) ha presentato un disegno di legge (n. 344), all’esame in questi giorni della commissione Igiene e Sanità, presieduta da Emilia De Biase. Se ne doveva parlare anche ieri, in sede referente ma si è deciso di approfondire il tema creando un gruppo di lavoro ad hoc, e prevedendo una serie di incontri con i centri specializzati e le strutture territoriali che si occupano di autismo. Fra dieci giorni la Commissione si riunirà in seduta plenaria con ulteriori elementi di analisi.
Si diceva del cambio di prospettiva che, come primo effetto, amplia moltissimo la platea dei soggetti interessati a questa patologia: nei paesi industrializzati, si legge nella relazione introduttiva al ddl, le patologie dello sviluppo e dell’apprendimento coinvolgono il 18-20% della popolazione scolastica e, secondo la nuova classificazione, l’autismo viene inserito in queste patologie che comprendono anche la dislessia, i disturbi dell’attenzione e della memoria, l’iperattività, i comportamenti violenti, anoressia e bulimia, depressione, intolleranze e allergie alimentari e ambientali.
L’autismo va quindi trattato come malattia sociale e ci si è arrivati dopo aver capito che “l’approccio neuropsichiatrico – spiega il ddl – non consente di far recuperare al minore un’accettabile vita di relazione” e che quindi è necessario un approccio multidisciplinare. Sono sette articoli e il primo riconosce appunto l’autismo come “malattia sociale”. Nell’art. 2 sono espresse le finalità del provvedimento che, in generale, vuole “favorire il normale inserimento nella vita sociale delle persone affette da autismo”. Lo stesso articolo prevede l’istituzione di banche dati coordinate dal Ministero per monitorare il fenomeno e promuove la formazione degli operatori sanitari. C’è poi il capitolo importante dedicato all’educazione sanitaria delle famiglie di persone affette da autismo e la promozione di progetti internazionali di ricerca.L’art. 3 si occupa di “Diagnosi precoce e prevenzione”. Il 4 è dedicato all’alimentazione, riconoscendo “il diritto all’erogazione gratuita di prodotti dietoterapeutici specifici”. L’art. 5 stabilisce il ‘Diritto all’informazionè raccomandando la chiarezza nei foglietti illustrativi dei farmaci. Nell’art. 6 si prevede che ogni anno il ministro della Salute presenti alle Camere una relazione di aggiornamento sullo stato delle conoscenze in materia di autismo, “con particolare riferimento alla prevenzione, alla diagnosi precoce e ai risultati degli interventi terapeutici e riabilitativi. Infine i costi e le coperture finanziarie: l’art. 7 valuta in 19 milioni di euro l’onere derivante dall’attuazione della legge, a partire dal 2014.
(superabile.it )
di Giovanni Cupidi