Sanzione fino a 50 mila euro
Le compagnie aeree che volano in Italia — nazionali e straniere, tradizionali e low cost — non possono chiedere ai passeggeri di pagare una spesa aggiuntiva per sedersi vicini ai propri figli. L’aviolinea che lo fa rischia una sanzione fino a 50 mila euro. Pochi giorni dopo aver aperto un dossier sulla pratica commerciale l’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) sceglie la linea dura. E a questo punto nel mirino — stando all’analisi del Corriere sulle regole tariffarie in vigore — finisce direttamente Ryanair, la principale low cost europea e primo vettore in Italia.
La decisione riguarda anche gli accompagnatori di persone disabili
«Minori e persone disabili o a mobilità ridotta devono viaggiare vicino a genitori e accompagnatori senza pagare costi aggiuntivi», spiega l’Enac in una nota. «Tutte le compagnie aeree che operano in Italia hanno l’obbligo di adattare i propri sistemi informatici di prenotazione e assegnazione dei posti per garantire questo diritto a tutela del passeggero e della sicurezza del volo», prosegue l’ente. A chi non rispetta queste indicazioni l’Enac «irrogherà sanzioni da 10.000 a 50.000 euro». È quanto sostiene il provvedimento adottato venerdì 16 luglio 2021, in via d’urgenza, dal direttore generale dell’ente Alessio Quaranta d’intesa con il presidente Pierluigi Di Palma «al termine dell’istruttoria del gruppo di lavoro».
I possibili ricorsi legali
Finora Ryanair appare il vettore più coinvolto dal nuovo provvedimento dell’Enac. La low cost, infatti, chiede al genitore o all’accompagnatore del minore di pagare obbligatoriamente la scelta del posto (per sé) per avere diritto a far sedere di fianco fino a quattro figli. Ma come ha raccontato il Corriere, in realtà nel confronto con il viaggiatore singolo anche il minore pagava la scelta del posto (il discorso non vale con l’aumentare dei figli da far accomodare). In una intervista di pochi giorni fa al Corriere l’ad di Ryanair Eddie Wilson ha spiegato che non aveva alcuna intenzione di rimuovere la regola tariffaria.
Dieci giorni per regolarsi
A questo punto potrebbe aprirsi un contenzioso legale tra Ryanair (e qualche altra compagnia coinvolta) e l’Enac. Anche perché l’ente nel provvedimento d’urgenza spiega che le somme versate alle compagnie aeree per questo supplemento sul prezzo del biglietto dovranno essere rimborsate «per i viaggi effettuati, o acquistati e non ancora effettuati, dalla data di entrata in vigore» del provvedimento, cioè dal decimo giorno successivo alla pubblica sul sito ufficiale dell’Enac. Quando, insomma, i voli sono stati già venduti.
L’apprezzamento del ministro e dei consumatori
«Condivido questa iniziativa dell’Enac che argina e previene una pratica scorretta che viola i diritti dei passeggeri, soprattutto di coloro che sono più fragili e più bisognosi di assistenza», è stato il commento del ministro Giovannini: «Sono comunque certo che le compagnie aree dimostreranno sensibilità e adegueranno i propri sistemi informatici per le prenotazioni al fine garantire il rispetto dei passeggeri, la qualità del servizio, la sicurezza del volo». Apprezzamento anche dalle associazioni dei consumatori, Codacons e Assoutenti, che adesso però chiedono di abolire i costi extra per tutti i viaggiatori.
(corriere.it)