Aaron Philip, la modella con disabilità che ha debuttato con Moschino

Più che un debutto, quello di Aaron Philip è la riconferma che le barriere sono fatte per essere infrante. Nera, transgender e con disabilità, la modella simbolo della campagna fw 2020 di Moschino, che l’anno scorso la scelse come unico volto della maison, ieri ha sfilato per la prima volta alla New York Fashion Week sancendo il ritorno dal vivo del brand.

Mentre la carrozzina scivolava veloce sulla piovosa passerella collocata nel cuore del Bryant Park di Manhattan, lo sguardo di Aaron, in tailleur giallo e borsetta en pendant in stile tea-party, restava fisso e imperturbabile verso il fondo della passerella, senza concedere nulla al sentimentalismo o alla retorica di chi vuole fare dei portatori di disabilità dei martiri della diversity. In Aaron Rose Philip c’è tanta consapevolezza e autoironia da farle dire candidamente, in un tweet diventato virale, “Non sono un attivista, me ne fotto lol“. Come a dire, “sono altro dalla mia malattia, smettetela di fare di me una bandiera“. Suo malgrado questa modella è diventata per molti un simbolo e la sua storia merita di essere raccontata.

Nata ad Antigua e Barbuda, nel Mar dei Caraibi, il 15 marzo 2001, all’età di tre anni le viene diagnosticata una paralisi cerebrale tetraplegica. In cerca di una migliore assistenza sanitaria, con la sua famiglia emigra negli Stati Uniti, dove tuttora vive nel Bronx di New York. Come tanti suoi compagni della Gen Z, Philip si sente a suo agio sui social media e ad appena 12 anni apre il suo blog “Aaronverse” su Tumblr, dove parla della sua convivenza con la paralisi cerebrale. Grazie ai suoi racconti riesce a farsi notare dall’ex Ceo della piattaforma David Karp.

Photo credit: Dimitrios Kambouris – Getty Images

Nel 2016, appena adolescente, pubblica un libro di memorie intitolato This Kid Can Fly: It’s About Ability (Not Disability), dove descrive in dettaglio le sue esperienze di crescita con paralisi cerebrale. Scritto insieme a Tanya Bolden, il libro viene pubblicato da HarperCollins e contribuisce ad accrescere la sua fama on e offline. Dopo aver fatto coming out come gender-fluid all’età di 14 anni e in seguito essersi dichiarata donna trans non conforme al genere, decide di dedicarsi alla moda.

Grazie ai social media nota una mancanza di rappresentazione delle donne trans di colore all’interno dell’industria della moda, per non parlare di chiunque abbia una disabilità, così decide di mettersi in gioco. Dopo diversi progetti editoriali sul tema dell’inclusività, nel 2019 diventa il volto della rivista Paper, dove in occasione del Pride viene intervistata dalla top model Naomi Campbell. È il segno che qualcosa sta cambiando e infatti di lì a poco Aaron viene scelta come ambassador di diversi brand, da Dove a Sephora, da Outdoor Voices a Nike, fino a comparire nel video musicale da oltre 100 milioni di visualizzazioni Mother’s Daughter di Miley Cyrus.

Dopo aver debuttato in passerella nel 2019 nel finale di sfilata di Willie Norris Workshop e aver prestato il volto alla sfilata digitale di Collina Strada, Marc Jacobs la coinvolge in diversi progetti online, finché Jeremy Scott, direttore creativo di Moschino, non la sceglie un anno fa per la già ricordata campagna fw 2020 del brand e oggi per sfilare alla NYFW con la collezione ss 2022, accanto a modelle del calibro di Gigi Hadid e Precious Lee.

Le ragazze e le donne trans nere contano e sono belle. Spero che questo sia l’inizio di qualcosa di più grande e ispiri e consenta a più marchi globali allo stesso livello di lavorare veramente per includere e normalizzare le presenze e i talenti disabili nelle loro vetrine – ha detto lo stilista in una dichiarazione alla stampa –. Le persone disabili, i modelli e i talenti contano così tanto e possiamo fare tanto purché vengano prese le misure per accoglierli correttamente“.

Photo credit: Melodie Jeng – Getty Images

L’industria della moda ha conosciuto solo un tipo di corpo e un tipo di figura commerciabile per così tanto tempo. Ora [invece] stiamo entrando in questo momento, e in questo clima, in cui tutti i tipi di corpi vogliono essere spinti in avanti e celebrati, non solo celebrati, ma essere visti come desiderabili e commerciabili” – ha detto in un’intervista alla Cnn Aaron, che denuncia “una grande mancanza di visibilità e attenzione verso le persone con disabilità nella moda”.

“Al momento, sono uno dei due modelli fisicamente disabili in tutto il settore, accanto a Jillian Mercado. Non dovrebbe essere responsabilità di chiunque sia emarginato amplificare la propria voce quando ci sono così tante voci che possono amplificarle – ha aggiunto Philip –. Ma è il solo modo di arrivare dove devi essere. Quindi lo farò. E spero di farlo in modo che le altre ragazze nella mia posizione possano semplicemente vivere e fare il loro lavoro“. Che forza della natura questa ragazza. Detesta l’etichetta di attivista e ha ragione. Lei è molto di più.

(yahoo.it)

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