A Bologna partono i corsi per diventare assistenti sessuali per disabili

Li lancia il comitato che si batte per il riconoscimento giuridico della professione, come già avviene in Olanda, Germania, Austria, Svizzera e Danimarca. Ulivieri, uno dei fondatori: “Non va confuso con lo sfruttamento del corpo delle donne”. Intanto a Roma c’è già una proposta di legge sponsorizzata da Pd e M5S

Da gennaio a Bologna sarà possibile iscriversi a ‘speciali’ corsi di formazione: serviranno a preparare professionalmente “assistenti sessuali per disabili”. L’iniziativa è organizzata dal “comitato promotore per la realizzazione ed il sostegno di iniziative popolari per l’assistenza sessuale”, nato a Bologna a inizio 2013 e di recente riconosciuto formalmente dalla Provincia con l’iscrizione al registro delle organizzazioni di volontariato del territorio. Ed è uno dei fondatori del “comitato”, Maximiliano Ulivieri, a parlare dell’avvio del progetto dei corsi: uno degli ‘strumenti’ per portare gli obiettivi del comitato che, come scrive la Provincia, nasce per tutelare “i diritti di soggetti diversamente abili”.
Il “comitato” ha sede in via Indipendenza e in quasi un anno di vita “ha dovuto affrontare tutte le difficoltà burocratiche di un paese come l’Italia che non riconosce la figura dell’assistente sessuale – racconta Ulivieri – e nel quale è molto semplice venire scambiati per persone che sfruttano il corpo delle donne”. Il primo obiettivo del “comitato” è appunto un cambiamento normativo che consenta di riconoscere la ‘professione’ di assistente sessuale per disabili resa famosa dal recente film “The sessions” che tratta proprio di questo. E infatti il “comitato” di cui fa parte Ulivieri in questo anno ha anche messo a punto “una proposta di legge che due parlamentari di Pd e Movimento 5 stelle si sono impegnati a sponsorizzare, insieme alla revisione della legge Merlin”. In attesa di sviluppi a Roma, si prova a smuovere le acque sotto le Due Torri con i corsi. Ci sono “tanti progetti e tante idee difficili da realizzare – riprende Ulivieri – quello che possiamo fare è far partire i nostri corsi di formazione per assistenti sessuali, sul modello della Svizzera, e formare così delle persone capaci e consapevoli di un ruolo importante e delicato, che spesso viene guardato con sarcasmo”.  Eppure la figura dell’assistente sessuale è riconosciuta in Olanda, Germania, Austria, Svizzera (parti germanica e francofona) e Danimarca. Per diventare assistenti, vengono appunto istituiti corsi di formazione, diplomi, aggiornamento continuativo, carte di comportamento etico, supervisione terapeutica e prezzi concordati. Insomma è qualcosa che esiste e che viene accettato culturalmente e socialmente. In Italia qualche esperienza di assistenza sessuale è partita ‘dal basso’, di nascosto, ma manca il riconoscimento giuridico. Chi lo ha fatto si è mosso in maniera del tutto autonoma. Come Debora De Angelis, una delle promotrici del progetto ‘lovegiver’, che alle telecamere del programma ‘Le iene’ ha raccontato di aver aiutato un suo amico disabile a provare piacere, senza vergogna.La stessa De Angelis risulta tra i fondatori del “comitato” bolognese insieme a Ulivieri e altre quattro persone. Quale futuro per questa associazione? “Ora pensiamo ai corsi – dice Ulivieri – poi inizieremo a mandare le persone in giro a fare assistenza. Le denunce eventuali non ci spaventano, in fondo anche le badanti non erano riconosciute anni fa, ma poi lo sono state perchè erano richieste e utili”.
Lo scorso maggio, al Baraccano, lo stesso Ulivieri ha intavolato il tema in un incontro al quale ha assistito anche Don Gianluca Guerzoni, docente di teologia morale. Per l’occasione fu riproposto il lungometraggio documentario “Sesso, amore e disabilità”, di Adriano Silanus, sulla vita sessuale ed affettiva delle persone con disabilità fisiche e sensoriali.Ulivieri racconta di lavorare da tempo alla proposta di legge, e di aver trovato l’appoggio e il sostegno di Cathy La Torre, consigliere comunale (Sel) di Bologna. La proposta di legge, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe essere sia nazionale che regionale. Ulivieri, che è anche il creatore di loveability.it, ha sempre fatto capire di voler andare fino in fondo. “Di buono – disse – c’è che abbiamo fatto di più noi in questi 8 mesi che i politici in 30 anni di discussioni”.  Il problema, aggiunse, “è che la figura del terapista sessuale viene accostata con facilità a un fenomeno di prostituzione, senza capire che invece non c’entra nulla”.
(repubblica.it)

di Giovanni Cupidi

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