5 Maggio: Giornata Internazionale per la Vita Indipendente

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ENIL ITALIA ONLUS
European Network on Indipendent Living

Siamo  cittadine  e  cittadini  disabili  che  vogliono  condurre  una  vita  con  un  grado  di  libertà comparabile  con  quello  delle  altre  persone  di  controllo  e  di  scelta  al  pari  dei  nostri  simili  non disabili.
Questo è  il  vero significato di  “Vita Indipendente”. Vita  Indipendente  non  significa  che  vogliamo  fare  tutto  da  soli  e  che  non  abbiamo  bisogno  di nessuno  o  che  vogliamo  vivere  in  isolamento.  Vogliamo  vivere  come,  dove  e  con  chi  si  vuole, frequentare  le  stesse  scuole  del  quartiere,  usare  gli  stessi  autobus  che  usano  i  nostri  vicini  di  casa, fare  lavori  che  sono  in  linea  con  la  nostra  formazione  e  con  i  nostri  interessi.  Vogliamo  essere protagonisti  nel  vivere la vita. Un  numero  stimato  di  oltre  un  milione  di  cittadini  europei  con  grave  disabilità  è  costretto  a  vivere in  istituti  residenziali,  emarginati  ed  invisibili.  Le  persone  con  disabilità  che  hanno  necessità  di assistenza  da  parte  di  altre  persone  nella  vita  quotidiana,  per  tale  carenza  costituiscono statisticamente  il  gruppo  con  la  minore  istruzione,  il  minor  tasso  di  occupazione,  il  minor  reddito  e vita  sociale  e  culturale  molto  ridotta.  Tali  risultati  si  concretizzano  nella  negazione  totale  o  parziale dei  diritti  di  cittadinanza  e  sono  il  risultato  della  difficoltà  di  accesso  all’istruzione  ed  alla formazione,  della  mancanza  di  abitazioni,  di  luoghi  di  lavoro,  di  trasporti  accessibili,  ma  soprattutto dell’impossibilità  di  potere  autodeterminare  la  propria  esistenza,  scegliendo  e  formando  i  propri assistenti  personali  affinché  possano intervenire ogni  volta che le situazioni  lo rendano necessario. Questa  situazione  è  stata  prodotta  e  si  perpetua  grazie  alla  cultura  paternalistica  della  “presa  in carico”,  che riduce la persona disabile a  mera “cosa” da gestire.   Una  delle  chiavi  per  rompere  tale  cultura  è  l’assistenza  personale  autogestita  e  autodeterminata mediante l’utilizzo di  un  finanziamento alla persona disabile allo scopo di  consentirle di  esercitare le proprie libertà.  Tale finanziamento è  finalizzato  alla creazione di  rapporti  di  lavoro in  cui  il  disabile è il  datore  di  lavoro  e  dà  le  istruzioni  ai  propri  assistenti  personali.  In  coerenza  con  ciò,  le  scelte politiche  ai  vari  livelli  devono  rendere  esigibile  l’assistenza  personale  per  l’autodeterminazione. Soluzioni  che  consentono  alle  persone  disabili  di  liberare  la  propria  esistenza  che  è  costituita  come per  chiunque,  da  bisogni  e  desideri.  Vogliamo  essere  figli  come  i  figli  senza  disabilità,  vogliamo essere  genitori,  mariti,  mogli,  nonni,  amici,  cittadini  come  i  genitori,  i  mariti,  le  mogli,  i  nonni,  gli amici,  i  cittadini  senza disabilità!  Il  vero “cambio di  paradigma” della Convenzione ONU. È  necessario  far  sentire  alta  la  nostra  voce  per  porre  fine  alla  dipendenza  dai  fornitori  di  servizi, dagli  “esperti”  e  “professionisti”  che  parlano  al  nostro  posto.  Rivendichiamo  il  nostro  essere  parte integrante  della  società  e  il  nostro  diritto  alla  pari  dignità  ed  eguaglianza. Per  liberare  il  NOSTRO diritto di vivere eguali, decidere COME, DOVE, QUANDO e con CHI VIVERE.

LOTTIAMO  INSIEME PER IL  PRINCIPIO  DEL  “NULLA  SU  DI  NOI  SENZA  DI  NOI”

NO  all’ISEE  sui  disabili  gravi  e  sui  progetti  di  Vita  Indipendente.

NO  alle imprese sociali  che impediscono la libertà delle  scelte individuali.

SI  al  progetto personalizzato,  all’assistenza autogestita e  autodeterminata.

SI  al  finanziamento individuale dei  progetti  personalizzati  per  una vita dignitosa   SI  al  diritto ad  una vita adulta e  indipendente e  alla vera deistituzionalizzazione.

di Giovanni Cupidi

Giovanni Cupidi

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