Teatro, Orfeo e Euridice recitato da adolescenti europei con disabilità sensoriale

A Palermo, quattordici giovani provenienti da vari paesi europei hanno partecipato a un progetto presso l’Istituto dei Ciechi “Florio e Salamone”. Per due settimane, hanno animato il teatro e il giardino sensoriale della struttura, mettendo in scena una versione inclusiva di “Orfeo e Euridice”.

Il progetto che si è concluso a Palermo coinvolge quattordici ragazzi e ragazze, provenienti da tutta Europa. Sono arrivati da Francia, Germania, Lettonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Spagna, oltre che dall’Italia. E per due settimane hanno riempito le sale dell’Istituto dei Ciechi “Florio e Salamone” e il bellissimo “giardino sensoriale” che è un vanto della struttura. Hanno portato in scena una versione di “Orfeo e Euridice” che è stata definita “inclusiva”.

I protagonisti sono, infatti, adolescenti con disabilità sensoriale. Ipovedenti, non vedenti e normodotati sono stati coordinati dall’Associazione InformaGiovani e da Valeria Sara Lo Bue all’adattamento e alla regia.

Teatro recitato da attori con disabilità sensoriale

Concepito nell’ambito del HesoESC e finanziato dal Programma denominato Corpo Europeo di Solidarietà, l’esperienza si colloca all’interno di un’azione che apre ai giovani, tra i 18 e i 30 anni, molteplici percorsi nel volontariato, nei territori dell’Unione. L’impegno va dai 2 ai 12 mesi a seconda che si tratti di progetti individuali brevi o di lunga durata oppure di progetti di volontariato di gruppo.

Con Erasmus Plus 2021-2027 il budget a disposizione del Corpo Europeo è stato implementato e da due anni l’esperienza ha attratto nel programma ESC anche i progetti di volontariato per Aiuto umanitario (EU Humanitarian Aid) aperti ai Paesi terzi/extra-UE, in quelle regioni del mondo dove l’aiuto umanitario è ancora più prezioso.

Monica Valenti, del direttivo di InformaGiovani, ne definisce la cifra: “mettere insieme il volontariato, la solidarietà, la partecipazione e l’inclusione attraverso l’arte e lo sport”.

Ma a dare l’idea di cosa sia stata davvero per i giovani attori quest’esperienza palermitana è Yong, uno dei protagonisti: “è stato un modo per imparare a gestire le emozioni e comunicare in modo diverso”. Lavorare sulle sensazioni per portare a galla paura, rabbia, gioia, insomma, serve a superare limiti e disabilità. E, anche questa volta, sono i più giovani a insegnarcelo. (ilsole24ore.com)

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