Lo spazio? È aperto a tutti anche a chi ha una disabilità. «Io farò il Parastronauta»

L’Europa dello spazio ha aperto, prima fra tutte le nazioni e i continenti, una finestra anche per i disabili. E dopo gli atleti paralimpici capaci di memorabili imprese presto potremo inseguire intorno alla Terra anche i parastronauti.

Ben 287 disabili su 23.307 candidati hanno inviato la loro proposta all’agenzia spaziale Esa quando l’anno scorso ha aperto il nuovo bando. Alla fine di gennaio, concluso il primo screening, il numero complessivo delle domande accettate è stato di 1.388: e tra queste ce ne sono 27 che provengono da persone con qualche disabilità.

Un passo alla volta (nello spazio)

«La selezione è un processo molto competitivo – nota Antonella Costa, responsabile risorse umane dipartimento voli abitati ed esplorazione robotica in Esa – e già rispondere ai criteri iniziali per partecipare è qualcosa di cui andare fieri. Il prossimo passo sarà una giornata di selezione psicologica in una sede europea e per chi la supererà si passerà alla selezione medica e poi a interviste individuali». Diventare astronauti è una sfida per tutti. Le regole sono stringenti e per i parastronauti l’ammissione è stata limitata a poche disabilità fisiche. Ma è un inizio importante che consentirà di andare oltre.

Spazio e parastronauta

In questa primissima fase sono dunque ammessi deficit agli arti inferiori, ad esempio a causa di un’amputazione o per un problema congenito. Sono accettate limitazioni a uno o entrambi i piedi, a una o entrambe le gambe sotto il ginocchio e anche una differente lunghezza delle gambe.

Inoltre è compatibile anche una statura molto bassa, inferiore ai 130 centimetri. Le limitazioni fisiche devono comunque garantire poter stare in piedi, i movimenti autonomi e l’uso dei propri muscoli in modo controllato sino a consentire la cura della propria persona in orbita.

Importante deve rimanere la capacità di operare nei vari compiti assegnati, nel mantenere e riparare i sistemi di bordo come i manipolatori robotici che richiedono abilità motorie e la facoltà di eseguire intricati compiti manuali. Uguale per tutti rimane la dimostrazione di qualità psicologiche come il rimanere calmi sotto pressione o in condizioni di forte stress. E altrettanto l’abilità nell’eseguire lavori in spazi ristretti in una piccola o in una grande squadra facendo emergere l’adattabilità sotto ogni aspetto.

Ovviamente anche gli addestramenti dovranno adeguarsi per consentire l’esecuzione delle operazioni senza difficoltà. Altrettanto vale per gli ingegneri presto impegnati nello studio di soluzioni tecnologiche al fine di consentire un logico adeguamento nella stazione spaziale internazionale, rimuovendo eventuali barriere.

In autunno il lungo esame dei candidati sarà concluso e verrà finalmente dato l’annuncio di 4/6 nuovi «protagonisti cosmici» più una ventina di riserve. «L’istituzione di una riserva di astronauti e astronaute – dice Josef Aschbacher, direttore generale dell’Esa – offre ai tutti i candidati più opportunità di quante ce ne siano mai state in passato, senza escludere finalmente le diversità». «Per le disabilità – conclude Antonella Costa – ci saranno una o più persone selezionate. Tutto dipenderà dallo sviluppo del progetto parastronauti in corso». (corriere.it)

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