Parole di Carta: La magia dell’allattamento

Se c’è un problema, c’è la sua soluzione – Rubrica a cura di Antonella Carta – Insegnante/Scrittrice – Questa rubrica si propone di passare in rassegna alcune delle piccole-grandi difficoltà del quotidiano di persone con disabilità e, anche con la collaborazione di chi ci è già passato, proporre una strada, senza la pretesa che sia la soluzione

Come superare eventuali difficoltà

Il desiderio di allattare il proprio bambino accompagna in genere i mesi della gravidanza della maggior parte delle donne. Non sempre però è possibile realizzarlo.
Ne sa qualcosa Alessandra Messana, psicologa e peercounselor, ossia mamma alla pari a volontario sostegno dell’allattamento.

Quando nacque il suo primo figlio, infatti, ebbe delle difficoltà ad allattarlo nel primo periodopoiché, a causa di una malattia autoimmune, non sapeva nemmeno se avrebbe potuto farlo.

Le Linee guida dell’Unicef e dell’OMS in materia – spiega – purtroppo non sono conosciute, e ciò comporta il disorientamento delle donne che non sanno bene come vivere al meglio il periodo dell’allattamento. Ad esempio, nel caso, come me, si abbia una malattia autoimmune non è detto che si debba rinunciare ad allattare. Ci si può rivolgere a degli specifici centri antiveleni per sapere se i farmaci presi siano compatibili con l’allattamento.”

Per aiutare altre donne a non imbattersi nelle difficoltà che ha dovuto superare lei, e nella frustrazione che ne consegue, la dottoressa Messana ha deciso di mettere la propria esperienza, a titolo assolutamente gratuito, a supporto di chi ha necessità di essere guidata.

Il mio intento – prosegue – è di evitare che si ripeta ciò che è successo a me. Le uniche indicazioni che allora ho ricevuto mi sono arrivate dalle professioniste che tenevano il corso pre-parto e dalle altre mamme compagne di corso: sedersi comode da sole col bambino e lasciare che tutto si svolga in modo naturale. Non sempre però ciò basta, soprattutto quando chi ti circonda ti mette ansia ripetendoti che il bambino cresce poco e che forse sarebbe meglio rinunciare all’allattamento naturale per passare integralmente al biberon. Terrorizzata, svegliavo mio figlio di notte per farlo mangiare.”

IL CONSIGLIO

La dottoressa Messana sostiene: “Innanzitutto, buttare le bilance. Piuttosto, vanno contati i pannolini: se in un giorno il bambino ne riempie sei/sette significa che è ben nutrito; poi sarà il pediatra a pesarlo. Inoltre, è necessario svuotare bene un seno alla volta, e non adottare il sistema 10 minuti per lato, perché il primo latte che viene fuori a ogni poppata è acquoso; la parte nutriente è quella retrostante ed è questa a determinare il peso ponderale del bambino.

Per essere sicure di aver svuotato bene ogni seno bisogna controllare il pannolino: se si trovano pallini bianchi nelle feci, simili al polistirolo, significa che il piccolo ha assunto anche la porzione più nutriente del latte materno e non solo quella idratante.

Bisogna ricordare che l’allattamento al seno è a richiesta e non a orario. La madre sufficientemente buona è colei che risponde alle richieste del bambino la maggior parte delle volte, ed inoltre sarà pronta a riparare le volte successive, così da rendere tollerabile la frustrazione e rendere possibile sanarla.

Una delle domande che le madri si pongono più di frequente è “Quando è il tempo di smettere?” A tal proposito, l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), l’Unicef e il Ministero della Sanità concordano nel ritenere che si debba proseguire fino ai 2 anni d’età e oltre, finché la mamma e il bambino vivono con gioia e serenità il momento dell’allattamento.

Non si deve pensare di creare che in tal modo si crei un legame morboso tra madre e figlio. Al contrario, la fusione iniziale renderà più facile il distacco. Il bambino porterà il concetto di madre sicura dentro di sé:se una madre ha risposto ai naturali bisogni di contatto dei propri figli, questi svilupperanno una sicurezza affettiva che li porterà al successivo e naturale distacco senza sofferenza.

Per concludere, il mio consiglio è di non rimanere chiuse nella propria delusione, bloccate dal disorientamento, ma di chiedere aiuto perché nella maggior parte dei casi bastano le giuste indicazioni.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Copyright 2023 di Giovanni Cupidi | Creato da