
Oggi vi racconto una storia. Una situazione che ormai da tanti anni puntualmente con una certa ciclicità si ripresenta. È la storia che riguarda la ricerca di un operatore qualificato che possa prendere il posto del collega che ha deciso, di solito di punto in bianco, di non lavorare più per me perché, sempre di solito, ha trovato un posto di lavoro migliore rispetto a ciò che posso offrire io. Per carità, sono il primo a congratularsi, è ovvio che si cerchi costantemente di migliorare la propria vita e di certo non sono io quello che vuol mettere ostacoli a che ciò avvenga. Solo che, sempre di solito, questo “abbandono” (del lavoro si intende) avviene senza quel riguardo, oserei dire quel rispetto, che mi pare sia dovuto a chi ha dato un lavoro, basato sul fatto che per me è necessario e che è “grazie” alle mie sofferenze che questo lavoro esiste. Rispetto che dovrebbe trovare concretezza in un più che congruo preavviso di “licenziamento”, in un aiuto nella ricerca di chi deve sostituirsi all’uscente, al supporto che comunque bisognerebbe sentire di dare invece che lasciarti nei guai. Guai sì, perché sostituire un operatore che lavora con te da mesi o addirittura da anni non lo si fa col primo che ti capita solo perché ha un attestato di qualifica. Anzi voglio dirvelo, sempre di solito, questi attestati di qualifica sono soltanto pezzi di carta del tutto uguali nella loro qualità a quei diplomi di maturità conseguiti in quegli istituti cosiddetti “diplomifici”. Sempre di solito, chi ottiene questi attestati senza alcuna vera attitudine a questo tipo di lavoro spera solo di trovare “qualcuno” che magari con un “calcetto” trova loro un posto di lavoro dove essere impegnato poco e sovente questo qualcuno è lo stesso che lo ha fatto ammettere al corso per ottenere la qualifica perché tra i due c’è un perfetto “do ut des”.
Trovare la persona adatta alle tue esigenze da un lato è difficilissimo e dall’altro è una scatola chiusa, una sorta di azzardo. Sapete perché? Perché quando devo trovare un nuovo operatore la ricerca parte dalla pubblicazione di annunci online, dal chiedere agli addetti ai lavori, alla ricerca via social. Quando finalmente pensi di avere individuato un buon candidato, dopo avere fatto un colloquio preliminare, arriva la prova del nove per capire se davvero è possibile iniziare a collaborare insieme. Questa prova così decisiva sono io: significa mettere alla prova dei fatti l’operatore, spiegargli cosa c’è da fare, come prendermi, sorreggermi, sistemarmi a letto e in carrozzina, aiutare il fisioterapista durante la fisioterapia, etc. Il mio corpo, le mie esigenze, la mia fatica, la mia pazienza, le mie energie sono la prova decisiva che può farmi capire se finalmente ho trovato una persona che può essere adatta per me. Non c’è certezza perché in definitiva il “training” per imparare in modo esaustivo a prendersi cura di me dura mesi, settimane quando va davvero bene.
Questa storia, come vi dicevo, si ripresenta spesso però forse adesso iniziate a comprendere meglio cosa significa trovare un sostituto che prenda il posto dell’operatore che ha deciso di andare via. Senza considerare, oltretutto, a ciò che scompare, perché sempre di solito è così, del rapporto umano che inevitabilmente si viene a creare vedendosi tutti i giorni anche se magari si è mantenuto un rapporto il più possibile di tipo lavorativo.
Ma non è tutto. In questa storia accade anche che nonostante si mettano grandi energie per trovare questa benedetta persona capiti che, dopo annunci online, dopo passaparola, dopo condivisioni sui social network non si riesca a trovarla anzi addirittura capita che nessuno risponda. Ma come è possibile? Ecco io mi sarei dato delle risposte ma lascio a voi la possibilità di trovare delle spiegazioni.
Avevo anche pensato inizialmente al titolo da dare a questo racconto, mi sembrava calzante e anche una perfetta citazione di un famoso film con Madonna degli anni 80: Cercasi OSS disperatamente!