Pochi giorni fa ho intrapreso un piccolo viaggio che dalla provincia di Palermo dove vivo mi ha portato a Milano. Date le mie esigenze personali relative alla mia disabilità (tetraplegia), che mi obbligano a portare con me numerosi bagagli e ausili, l’unica scelta possibile è quella di partire con il mio mezzo di trasporto (un furgone attrezzato) e di prendere il traghetto che da Palermo mi porti fino a Genova per poi proseguire prendendo l’autostrada fino a Milano.
Date le mie esigenze mi premuro per tempo di prenotare per me ed il mio accompagnatore sulla Grandi Navi Veloci che opera sulla tratta Palermo/Genova la cabina riservata alle persone con disabilità, l’unica dotata di una porta accessibile per una carrozzina elettronica come la mia, e prenotare inoltre una cabina “normale” per i miei familiari che mi accompagnano avendo io bisogno di più persone che mi assistono per affrontare il viaggio. La nave che opera la tratta per Genova è la Exellent.
Il giorno della partenza, dopo aver effettuato senza problemi l’imbarco, salgo sulla Exellent per “scoprire” la nave ed in effetti noto come sia gli ascensori che quasi la totalità dei vari livelli della nave, corridoi o ponti ad esempio, sono accessibili; magari date le numerose scale è necessario percorrere dei corridori per raggiungere l’ascensore o qualche piccolo gradino da superare ma comunque accettabile soprattutto viste le tante barriere architettoniche a cui siamo tristemente abituati e di cui sono piene le nostre città.
Le difficoltà però non tardano ad arrivare: infatti non appena mi reco alla mia cabina per sistemare i bagagli e ausili (soprattutto la gruetta necessaria per gli spostamenti letto/carrozzina) mi trovo di fronte ad uno spazio assolutamente inadeguato per una persona che ha una disabilità come la mia. Una cabina non pensata per una persona con serie difficoltà ma uno spazio che sì può essere considerato accessibile ma assolutamente invivibile.
Il letto stretto e addossato al muro senza la possibilità di girarvi intorno affinché chi opera su di me abbia lo spazio necessario a muoversi; pochissimo spazio per fare manovre con la carrozzina con notevoli difficoltà ad entrare ed uscire dalla stanza;
tetto basso e nessuna finestra che tolga quella sensazione di “scatoletta” che per una persona totalmente immobilizzata aiuta a non avvertire quella sorta di claustrofobia;
un bagno non sufficientemente adeguato per le esigenze personali.
Quel viaggio che poteva essere vissuto come una mini crociera sul mediterraneo (20 ore circa) ammirando la bellezza del nostro mare e delle nostre coste si è trasformato in una Odissea nel momento di sistemarsi in cabina. Personalmente ho avuto enormi difficoltà e trascorso ore davvero pessime nel momento del riposo che per le mie esigenze non è di certo breve.
Le domande che vengono in mente sono diverse: come è possibile concepire uno spazio così riservato a chi ha necessità speciali? È una questione solo economica perché ogni metro della nave rappresenta un costo ma soprattutto un profitto o chi progetta queste città galleggianti forse non ha nessuna cultura della disabilità?
Ovviamente sono tutte domande retoriche perché le risposte sono implicite. Eppure basterebbe davvero poco per rendere questi spazi “riservati” comodi e soprattutto accoglienti verso chi, come me ad esempio, ha delle necessità diverse da un passeggero standard. Non credo sia così insostenibile economicamente apportare le modifiche necessarie o in fase di progettazione pensare a delle cabine davvero adeguate.
Come ci disse sulla nave un Comandante di nave di lungo corso con 42 anni di esperienza alle spalle, fino a non molti anni fa le persone con disabilità non potevano neanche salire a bordo di queste navi!
Avanti, coraggio!
di Giovanni Cupidi
L’ha ribloggato su Sirena Guerriglia.
Ciao Giovanni, mi sono permessa di condividere anche nella mia pagina pubblica la tua avventura. Sono anche io disabile. Allucinante, siamo davvero gli invisibili esclusi!!!!!!! Lorella
Cara Lorella grazie x avere condiviso. Purtroppo le barriere culturali sono peggiori di quelle architettoniche!
Assolutamente d’accordo!!! Ma noi non molleremo, sarà la nostra battaglia e impegno. Applausi, sei un grande!!!!
Grazie troppo buona! 🙂