Aprire le porte a volte non è facile, ancor meno sfondarle quando sono inespugnabili. Non mi riferisco ad un tentativo di “scasso” anche se in un certo qual modo questa parola in modo figurato può descrivere certe situazioni alle quali mi riferisco.
Ho sempre fatto da apripista per certi versi nella mia vita per diverse situazioni che mi sono accadute legate certamente a come la vivo da un lato e per come sono costretto a viverla da un altro.
Mi è capitato di essere il primo o tra i primi a mettere in pratica soluzioni nuove o se volete alternative per riuscire ad affrontare in modo normale diverse attività della vita.
Io, come molti, ho iniziato a vivere la mia nuova realtà quando ancora non vi erano nemmeno le attuali leggi che regolamentano e sostengono (anche se non abbastanza) una persona nella mia situazione fisica.
Affrontare, ad esempio, un esame di maturità come lo può affrontare un qualsiasi studente può diventare un ostacolo non facilmente superabile. Sono stato credo tra quei pochissimi che nel 97 (per darvi un riferimento storico) ha utilizzato un PC portatile per redigere le prove scritte con tanto di consegna, oltre agli stampati, del floppy disc (i più giovani faticheranno a conoscerlo) unico contenente il componimento con tanto di sigillo ministeriale. Così pure come è successo per l’esame di ammissione al dottorato di ricerca nel 2005.
Ancora oggi mi ritrovo a dover trovare soluzioni a situazioni che sembrano impossibili ma che sono invece “solo” molto difficili e complicate. Ma le soluzioni già le avrei ma allora dove sta il problema? È riuscire a far applicare queste soluzioni a chi ha la responsabilità di farlo. Oggi sostanzialmente è questo il mio e non solo mio più grande ostacolo al vivere una vita normale. Mi ritrovo, come per gli esami di maturità, a dover essere tra quei pochi, ma per tutti, a incessantemente compiere azioni che mi permettano di obbligare coloro che devono a compiere il loro dovere. Ma non è facile, è un lavoro sempre continuo, di intelletto ma anche di fisico a volte, che non conosce pause, vacanze o festività semplicemente perché non c’è di mezzo un esame a scuola o all’università ma ne vale della vita.
Sono determinato a compiere passi importanti anche se so faticosi per aprire e sfondare queste porte oggi così sbarrate davanti a me che si presentano una dopo l’altra. Spero ci sia chi mi voglia seguire e sostenere davvero in questa battaglia o che almeno non si pensi che lo faccia solo per me stesso.
Ma anche quando questo dovesse accadere io mi sforzerò di restare uno della Vergine che fa d’Ariete!