Monta ammortizzatori ad olio che assorbono gli urti senza creare pericolosi sobbalzi. In Europa entro il 2014
Per decenni sono rimaste simili a se stesse, poi i progettisti hanno iniziato a prestare attenzione al mondo delle sedie a rotelle provando a reinventare la classica carrozzina. Così i designer hanno iniziato a utilizzare materiali di derivazione automobilistica, come carbonio, titanio e leghe leggere, per consentire un abbassamento consistente di peso: una sedia a rotelle ultra leggera può arrivare a pesare tra i sette e i nove chili (ruote escluse). Nel tempo poi sono stati studiati, e introdotti nella produzione, sistemi di chiusura sempre più precisi per consentire un ingombro della carrozzina serrata molto ridotto, fattore determinate per il caricamento e lo scaricamento autonomo da una vettura. I produttori poi hanno introdotto gamme di colori molto variegate, comprese vernici cangianti o metallizzate, per una personalizzazione – in gergo automobilistico si potrebbe dire tuning – del proprio mezzo di locomozione. Poco invece si è fatto dal lato del comfort, preferendo lavorare su una perfetta postura: durante il collaudo dell’ausilio un fisiatra controlla la seduta del paziente per valutarne l’impatto sul fisico. Ma niente sistemi di ammortizzazione. L’inserimento di ammortizzatori nella struttura, infatti, avrebbe comportato difficoltà di chiusura e un appesantimento della sedia stessa. E in alcuni anche modificato la postura della seduta.
La ruota rivoluzionaria
Una proposta – rivoluzionaria – arriva da Israele. Si chiama Softwheel ed è una normale ruota da 22 o 24 pollici che al posto dei tradizionali raggi monta tre ammortizzatori ad olio. L’idea nacque da Gilad Wolf, inventore per passione e attualmente membro del team che produrrà la Softwheel, che si ruppe il bacino nel 2008. Per un lungo periodo dovette muoversi su una sedia a rotelle che gli dava dolori lancinanti ad ogni sconnessione del terreno. Le sedie a rotelle non sono ammortizzate, e ogni asperità si scarica su bacino e spina dorsale. Decise di risolvere il problema. L’idea fu quindi quella di inserire dei piccoli ammortizzatori all’interno delle ruote. Diversi prototipi hanno condotto a Softwheel acrobat che assorbe l’urto senza creare pericolosi sobbalzi grazie a pistoni a olio. Una tecnologia ha subito destato l’interesse anche del mondo delle biciclette – non è il primo caso in cui i due campi si scambino idee tecnologie ed esperienze nel mondo dei materiali – così l’azienda israeliana ha messo allo studio una versione ciclistica di nome Fluent che consente di spostare l’assorbimento delle asperità del terreno dagli ammortizzatori applicati al telaio della bici a quelli applicati alle ruote.
I costi
Il costo di una coppia di ruote si aggirerà sui 1500-2000 euro e la produzione europea dovrebbe iniziare alla fine del 2014. Le ruote sono al centro anche del lavoro di un’altra azienda che sta studiando il modo di piegare ridurre, durante il trasporto, l’ingombro dei pneumatici delle sedie a rotelle. Morph wheel è il progetto Duncan Fitzsimons ha presentato come al Royal College of Arts di Londra. E che ha realizzato aprendo una sua attività commerciale. Si tratta di un cerchione divisibile tenuto insieme da sei raggi che consentono di piegare l’intera struttura. I pneumatici utilizzati sono però pieni,quelli tubeless o con a camera d’aria non resistono allo stress dei continui piegamenti, e questo riduce il comfort. Il peso totale è di 3,4 kg contro un peso standard che, a seconda del modello, varia tra i 500 grammi e il chilo e mezzo. Il prezzo, acquistato online, è di 700 euro circa.
(corriere.it)