Il rapporto dell’EDF, supportato da Google.org, evidenzia gravi problemi per i lavoratori con disabilità in Europa, come la carenza di tecnologie assistive e processi di assunzione inaccessibili. Solo il 51,3% delle persone con disabilità in età lavorativa ha un lavoro retribuito. Il rapporto raccomanda investimenti in tecnologie accessibili e maggiori sostegni statali per migliorare l’inclusione lavorativa
Ibrahim, che risiede e lavora in Belgio, si trova spesso nella condizione di dover utilizzare il proprio laptop personale per svolgere le sue mansioni lavorative. Questo accade perché l’organizzazione per cui lavora non dispone delle tecnologie assistive necessarie che gli consentirebbero di svolgere adeguatamente il suo lavoro. Una situazione simile, ma con un’altra sfumatura, riguarda Steven, un cittadino olandese che utilizza una sedia a rotelle. A Steven è stato detto che dovrebbe sentirsi “grato per la sistemazione che ha ricevuto”, sottintendendo una mancanza di disponibilità a migliorare ulteriormente le condizioni per le persone con disabilità.
Questi sono solo due esempi concreti di quanto riportato nel documento “Digital Skills. Accommodation and Technological Assistance for Employment” (“Competenze digitali. Accomodamenti e tecnologia assistiva per l’occupazione”), disponibile integralmente in inglese e in una versione Easy to Read, “facile da leggere e comprendere”. Il rapporto mette in luce le numerose difficoltà che ancora oggi incontrano i lavoratori con disabilità in tutta l’Unione Europea e nel Regno Unito. Tra questi problemi si annoverano processi di assunzione inaccessibili, mancanza di accomodamenti ragionevoli, carenza di tecnologie assistive, e una cultura del lavoro ancora ampiamente ostile nei confronti delle persone con disabilità.
Il rapporto, redatto dall’EDF (European Disability Forum) e supportato da Google.org, si propone di analizzare le cause della bassa occupazione tra le persone con disabilità. Un rapporto precedente, sempre prodotto dall’EDF, aveva già evidenziato una situazione preoccupante: solo il 51,3% delle persone con disabilità in età lavorativa nell’Unione Europea aveva un impiego retribuito, con una situazione ancora più grave per donne e giovani, tra i quali solo il 49% e il 47,4% rispettivamente risultavano occupati.
Il nuovo rapporto include altri dati significativi: ad esempio, solo un datore di lavoro su quattro ha sviluppato processi di assunzione accessibili, e l’81% dei datori di lavoro non ha adottato alcuna politica per l’acquisizione di tecnologie assistive. Inoltre, solo il 25% dei datori di lavoro utilizza i sostegni pubblici disponibili per fornire accomodamenti ragionevoli ai propri dipendenti con disabilità.Alla luce di questi dati, il Forum Europeo sulla Disabilità ha formulato una serie di raccomandazioni.
Tra queste, si evidenzia l’importanza per i datori di lavoro di investire in tecnologie accessibili, indipendentemente dal fatto che tra i loro dipendenti vi siano o meno persone con disabilità. Si suggerisce inoltre che le autorità pubbliche debbano incrementare e pubblicizzare i sostegni statali destinati ai datori di lavoro per l’attuazione di accomodamenti ragionevoli. Le aziende produttrici di tecnologie assistive, poi, dovrebbero coinvolgere direttamente le persone con disabilità nella progettazione delle soluzioni, per garantire che queste rispondano effettivamente alle loro esigenze.
Maureen Piggot, membro del Comitato Esecutivo dell’EDF, ha dichiarato che “Questo rapporto chiarisce che i datori di lavoro necessitano di maggiori informazioni e sostegno, altrimenti le persone con disabilità continueranno a rimanere escluse. È tempo dunque che il mondo della politica e le organizzazioni datoriali agiscano per far sì che i lavoratori con disabilità possano essere assunti, disponendo delle migliori situazioni possibili e, soprattutto, che vengano valorizzati!”.
In dettaglio, il rapporto offre una panoramica dettagliata delle sfide affrontate dalle persone con disabilità nel mercato del lavoro. La mancanza di tecnologie assistive e di accomodamenti ragionevoli rappresenta un ostacolo significativo per la loro piena inclusione. Ad esempio, l’assenza di software specializzati o di adattamenti delle postazioni di lavoro può rendere difficile, se non impossibile, lo svolgimento delle attività lavorative per chi ha disabilità visive, uditive o motorie.
Un altro aspetto critico riguarda i processi di selezione del personale, spesso non progettati per essere accessibili a tutti. Le piattaforme online per la candidatura a posti di lavoro, i test di valutazione e gli stessi colloqui spesso non tengono conto delle esigenze specifiche delle persone con disabilità, escludendole di fatto dal processo di selezione.
Oltre ai limiti strutturali e tecnologici, esiste un problema culturale profondo. Molte aziende non vedono la diversità e l’inclusione come un valore aggiunto e non comprendono i benefici che una forza lavoro diversificata può portare. Questo atteggiamento porta a una scarsa volontà di investire in accomodamenti ragionevoli e tecnologie assistive, perpetuando così l’esclusione delle persone con disabilità.
Il rapporto dell’EDF non si limita a fotografare la situazione attuale, ma propone anche delle soluzioni concrete. Tra queste, la formazione e la sensibilizzazione dei datori di lavoro sulla disabilità e sull’inclusione. È fondamentale che i dirigenti e i responsabili delle risorse umane comprendano le barriere che le persone con disabilità affrontano e siano preparati a rimuoverle.Inoltre, è importante che i governi svolgano un ruolo attivo nel promuovere l’occupazione delle persone con disabilità. Questo può avvenire attraverso politiche di incentivo per le aziende che assumono lavoratori con disabilità, attraverso finanziamenti per l’acquisto di tecnologie assistive e attraverso campagne di sensibilizzazione pubblica.
Il coinvolgimento diretto delle persone con disabilità nella progettazione delle tecnologie assistive è un altro punto cruciale. Solo attraverso un dialogo costante e una collaborazione attiva si possono sviluppare soluzioni veramente efficaci e rispondenti alle esigenze reali.Infine, il rapporto sottolinea l’importanza di una cultura del lavoro inclusiva. Questo significa promuovere un ambiente di lavoro dove tutti i dipendenti si sentano valorizzati e supportati, indipendentemente dalle loro capacità. Le aziende devono adottare politiche di diversità e inclusione che riconoscano e celebrino le differenze, piuttosto che vederle come ostacoli.
In conclusione, il rapporto dell’EDF rappresenta un richiamo urgente all’azione per migliorare le condizioni lavorative delle persone con disabilità in Europa e nel Regno Unito. Le raccomandazioni fornite offrono una strada chiara per creare un mercato del lavoro più inclusivo e accessibile. Implementando queste raccomandazioni, non solo si migliorerà la vita delle persone con disabilità, ma si arricchirà l’intera società, valorizzando le competenze e le prospettive uniche che queste persone possono offrire.
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